< Fiore
Questo testo è completo.
Dante Alighieri - Il Fiore (XIII secolo)
LXV
LXIV LXVI

LXV

Amico.

     «Sovr’ogne cosa pensa di lusinghe,
lodando sua maniera e sua fazzone,
e che di senno passa Salamone:
4con questi motti vo’ che la dipinghe.
Ma guarda non s’avvegga che t’infinghe,
ché non v’andresti mai a processione;
non ti varrebbe lo star ginocchione:
8però quel lusingar fa che tu ’l tinghe.
     Chéd e’ n’è ben alcuna sí viziata
che non crede giá mai ta’ favolelle,
11perch’altra volta n’è stata beffata.
Ma queste giovanette damigelle,
cu’ la lor terra non è stata arata,
14ti crederanno ben cota’ novelle.»

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.