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 Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Maria Gasparri
II
Forse ch’è giunto il desiato fine
     All’Impero dell’Asia e ai nostri danni;
     Nè più dovranno de’ sofferti inganni
     Invendicate errar l’Ombre latine.
5Parmi, che al Babilonico confine
     Stendan l’Aquile altere i rostri e i vanni,
     E che la Donna d’Adria in lieti panni
     Sereni il volto, e ricomponga il crine.
Tosto di cento Eroi l’almo sembiante
     10In tele, o in marmi con divin lavoro
     Vedremo espresso, ed armi e navi infrante.
Vedrem de’ sommi Duci in mezzo al coro
     Sculto l’augusto Carlo, e il regio Infante
     Rider scherzando col paterno alloro.
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