Questo testo è stato riletto e controllato. |
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Luisa Bergalli
IV1
Forse dirammi alcun: tu, che de’ vanti
Altrui sovente usi spiegar le lodi,
E perchè mai di onesto onor de’ Prodi
Le famose talora opre non canti?
5Nè sa quell’un, che in celebrando i tanti
Suoi merti invano ognor la lingua io snodi;
L’ingegno è corto, poca l’arte, i modi
Mancano tutti al gran soggetto innanti.
Che se gli alti suoi fregi io co’ miei carmi
10Spiegar potessi, oh come, oh quanto avrei
A goder di me stessa, ed a vantarmi.
Poichè so ben, che fama allor torrei
A Chi cantò d’Ilio e di Grecia l’armi,
E so, che in ciò m’han fede uomini e Dei.
- ↑ A sua Eccel. il Sig. Marchese Beretta Landi.
Note
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.