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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Francesco Maria Redi
III
Fra l’atre vampe d’alta febbre ardente
Geme assetato entro all’odiose piume
Fanciullo infermo; e si raggira in mente
L’ingorde brame d’assorbirsi un fiume.
5Se quelle vampe mai restano spente
Per virtù d’erba, o per pietà d’un Nume,
Avvien che sano egli nè men rammente
Del già bramato rio l’ondose spume.
Tal io, cui già di sitibondo ardore
10Per la vostra beltà, Donna m’accese
L’anima inferma il dispietato Amore:
Or che lo sdegno in sanità mi rese
L’aride fibre, io non ho più nel cuore
Quel desìo, che di voi già sì mi prese.
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