< Geografia (Strabone) - Volume 1
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Strabone - Geografia - Volume 1 (I secolo)
Traduzione dal greco di Francesco Ambrosoli (1827)
Note
Illustrazioni - Dei Venti Note alla lista

NOTE.


Le Note segnate colla lettere (M.) appartengono al cav. Mustoxidi.

(1) Dal discorso preliminare di Adamanzio Coray alla sua versione francese del trattato d’Ippocrate intorno le Arie, Acque, e Luoghi, t. i, p. lxviii (Parigi 1800, in 8.°).

(2) Ulissea, lib. v, 295 a 231 — Gli antichi tennero che non vi fossero più di quattro venti, secondo le quattro parti del mondo con grossa e debil ragione, siccome poi s’è conosciuto (Plin. l. ii, cap. 47). Posidonio dichiara che quando Omero parla di Zefiro soavemente spirante (Ulis., iv) accenna il vero Zefiro o Ponente, e che quando gli dà l’epiteto d’impetuoso (v. 296) denota l’Argestes o Maestro. Al che nulla si può opporre, essendo Argestes anch’esso uno de’ Zefiri. Bensì nè Posidonio nè Strabone (Geogr. l. i, p. 39) mi persuadono, allorchè spiegando i versi 306, del IX, e 334 del XXI dell’Iliade 5, stimano che l’Argeste-Noto, ivi nominato, sia il Leuco-Noto, solo che possa raccogliere alquante nuvole le quali sono dissipate da Zefiro. Il Leuco-Noto è al dire di Teofrasto anzi un vento sereno, e dissipa egli stesso le nuvole. Pare dunque che i due filosofi sieno stati indotti in quella loro credenza dall’etimologia, perchè argeste, come leuco, significa bianco. Ma lo stesso epiteto corrispondendo anche a celere, credo con Esichio che in questo secondo significato se ne sia valso Omero. La velocità, la Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/242 Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/243 Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/244 Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/245 Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/246 Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/247 Pagina:Della geografia di Strabone libri XVII volume 1.djvu/248

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