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CAPITOLO SETTIMO.
Ritorno dell’Autore a Macao.
La Domenica 25. fummo io, e’l Padre Priore a desinare in casa del Capitan D. Antonio Basarte, che ci trattò assai bene. Il Lunedi 26; nel Collegio di S. Paolo, venerai parte del braccio del Glorioso S. Francesco Saverio, che i Padri della Compagnia tengono collocata in una ricca Cappella. Ella è del braccio destro, che si tagliò al santo corpo, per mandarsi in Roma, cioè dal gombito sino all’omero. Il rimanente, colla mano, si conserva in Roma nella Casa Professa.
Andai il Martedì 27. a riverire Monsignor Sisaro, Vescovo di Nankin: e’l Mercordì 28. a licenziarmi da D. Pedro Vays de Figuera, Cavaliere dell’abito di Cristo. Di là poi montai, per vedere la Fortezza Settentrionale; dove giunto, il Capitano, ch’era di Guardia, non mi permise l’entrata: e lamentandomi di ciò con alcuni Portughesi, mi dissero, che non la stimassi inconfidenza, ma prudenza; perche ciò si facea, affinche non si vedesse il cattivo stato dell’artiglieria; che oltre l’esser poca, stava tutta smontata, per la povertà della Città. Quindi non veggo con qual fondamento il P. Gio: Giuseppe di S. Teresa dica1, che la Città di Macao è ricchissima, e che in tempo della coronazione di Gio: IV. Re di Portogallo, ella gli mandò un gran presente di contanti, e 200. cannoni di bronzo2. Il buon Frate avea tanto amore all’artiglieria, che per lei arebbe detto qualsivoglia mensogna. Io non ho udito il più bel campanile lanciato in aria, che quando egli dice, essersi trovati in Malaca (allor che i Portughesi la tolsero a’ barbari) tre mila pezzi di cannone di bronzo; quando si sa, che molte Piazze d’Europa, unite insieme, non ne han tanto novero; che Malaca in fine altro non è, che un picciol villaggio, composto di case di loto, legna, e palme; e’l suo Castello così picciolo, che non sarebbe stato capace di tanti cannoni, nè anche posti l’un sopra l’altro. Da questi tremila forse (che in tutte l’Indie non saranno, tra quei di bronzo, e quei di ferro) fur tolti i ducento, che mandò Macao al Re di Portogallo. Ma che s’ha a fare? cadauno è padrone di scriver, ciò che gli aggrada; nè perche un qualche autore sbalestra, e strasascia in una cosa, non sarà di buona fede, e veritiere in un’altra.
Il Giovedì 29. andai a tor congedo da Geronimo Vasconcello, parimente Cavaliere dell’abito di Cristo: e credendo dover partire di brieve, andai il Venerdì 30. a far lo stesso col P. Gio: Laureati, Predicatore Evangelico nel Collegio di Macaone Missionario in Cina.