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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Vincenzo da Filicaja


XXIV


Giunto quel Grande, ove l’altrui gran torto,
     E ’l suo duolo il guidò ramingo e vago,
     Spettacolo infelice, aspro conforto
     Cartago a Mario fù, Mario a Cartago;
5A lui quella dicea: Chi qua ti ha scorto
     Ne’ miei scempi a mirar de’ Tuoi l’immago?
     Ed egli a lei: Ne’ tuoi naufragi il porto
     Trovo a’ propri naufragi, e in te m’appago:
Così un dì nel mio volto al dolor mio
     10Mostrai ’l suo volto, ed egli in se i mie’ guai
     Coll’energia d’un guardò a me scoprio.

E disse: ascolta il tuo destin. Sarai
     Sempre misero e in pene; allor diss’io:
     In pene sì, ma in servitù non mai.

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