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SALMO CXXVII.
1 Indarno da fondo a tetto
L’architetto
Fabbricar casa disegna.
Indarno fatica dura,
Chi la mura,
Se Dio favorir non degna.
2 In van ne le torri erette
Stan velette
Di cittadi occhi vegghianti:
Di guardar non vale impresa,
Se, a difesa,
Dio la man non para avanti.
3 O scempi, che ’n parchi stenti
E tormenti
La carnal salma traete:
E furate agli occhi il sonno,
Che non ponno
Mai gustar dolce quiete.
4 Qual error sì il cor v’abbaglia,
Che non vaglia
Scerner l’insensato avviso?
Ma il Signor a’ suo’ diletti
Ne’ lor letti
Dà il dormir giocondo e fiso.
5 Di figli gentil corona
Ei lor dona,
Di favor ricca mercede:
E di frutto almo e felice
Di matrice,
Premio lor caro concede.
6 Qual in atti suol gagliardi
Vibrar dardi,
La potente man guerriera:
Tal, nel fior d’etade, i figli,
Ne’ perigli,
Son de’ padri l’arma altera.
7 Beato chi piena impetra
La faretra
Di tai gloriosi strali.
A’ nemici stando affronte,
Non teme onte
Ne le corti e tribunali.