< I Salmi di David (Diodati)
Questo testo è stato riletto e controllato.
SALMO II SALMO IV

SALMO III.

1          Quant’è grosso lo stuol, Signor superno,
     Ch’ora m’assale e preme?
     Ohimè, ch’a molti son in beffa e scherno,
     Per queste angosce estreme,

     Onde l’afflitto cor sospira e geme.
     E dicon, motteggiando,
     Poselo Dio d’ogni salute in bando.
2          Ma tu, Signor, mi fai ripar dintorno,
     Saldo mio scudo, esperto;
     Porto per te, di real gloria adorno,
     Franco, e lieto, il capo erto.
     T’ho ’l mio caldo disio, co’ gridi, aperto:
     E tu, dal santo monte,
     Mi dai risposte graziose e pronte.
3          Quindi le membra coricate affondo
     In sonno grato e queto.
     E poscia, a lo schiarir del dì giocondo,
     Sorgo, senza divieto.
     Perchè dinanzi mi sostenti, e drieto:
     Sì, ch’a migliaia gente,
     Schierata contra me, tengo per niente.
4          Al mio scampo, Signor, dunque ti desta
     Che la crudel mascella
     De’ mie’ rubelli hai già colpita e pesta:
     E rotti i denti a quella
     Gola di sangue sorbitrice fella.
     A te il salvar conviene,
     Del ben tu schiudi a’ tuoi l’eterne vene.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.