< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO LI SALMO LIII

SALMO LII.

1          Perchè del mal oprar ti dai tu vanto,
     O possente uom altero?
     Del Signor il favor benigno e santo
     Compie il suo corso intero.
2          La tua lingua contesse offese e danni,
     E ancide sottilmente,
     (O tu macchinator di frodi e ’nganni)
     Qual rasoio tagliente.
3          Anzi ch’al ben, tuo cor al mal s’inchina:
     Più ch’al ver, a bugia:
     Ami il parlar di strazio e di ruina:
     O lingua falsa e ria.
4          Anche tu dal Signor diserto e sfatto
     In eterno sarai.
     E dal superbo ostel a forza tratto,
     In precipizio andrai.
5          Al tuo stelo da l’almo suol di vita
     Svellerà le radici.
     Vedranno i pii, con l’alma sbigottita,
     I tuo’ casi infelici.
6          Poi, sciolti in beffe ed in amaro scherno,
     Diranno: Ecco l’uom prode,
     Che non pose giammai lo Dio superno
     Per sue fortezze sode.
7          De’ suo’ tesori al grande idolo vano
     Del cor la speme appese:

     Con le malizie sostentando, insano,
     Le mal concette imprese.
8          Per me sarò qual verdeggiante ulivo
     Ne la Magion di Dio.
     In eterno la fè nel favor divo
     Fondo d’affetto pio.
9          Signor, lodarti i’ voglio senza fine:
     Che di potenza prove,
     A l’apparir di tue luci divine,
     Facesti illustri e nuove.
10          Al tuo Nome terrò gli spirti intenti,
     Con sofferenza e zelo.
     Perch’è buon ed a’ tuoi santi e tementi,
     Present’egli è dal cielo.

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