< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO XLIX.
SALMO XLVIII SALMO L

SALMO XLIX.

1          Date purgate orecchie, o genti, e deste
     A ciò, che ’n sacro stil canto e ragiono.
     Del mondo ogni abitante al divin suono
     Attenzion e riverenza preste.
     Bisognosi, meschini e turbe vili,
     Ricchi, possenti, nobili e gentili.
2          Sarà ’l mio favellar con gran savere,
     E ciò c’have il mio cor in sè raccolto
     Di divin senno fie spiegato e sciolto,
     Con saggi motti e sublimi maniere.
     E, temperando in su la cetra i carmi,
     Me stesso ad ascoltar voglio adattarmi.
3          Perchè degg’io temer ne’ tempi avversi,
     Se l’empio stuol, che mi persegue e preme,
     M’assalirà tutto aggreggiato insieme?
     Molti ne son dal mio pensier diversi,
     Che di tesori e facultà terrene
     Vanto si danno e posta v’han la spene.
4          Ma pur nissun il suo fratel da morte
     Puote scampar, n’a Dio porger il pregio,
     Per acquistar il caro privilegio
     Di schivar del morir la dura sorte:
     E di menar, per etade infinita,
     Da la fossa lontan gioiosa vita.
5          Che la morte troncar il fil si vede
     A tutti e saggi e stolti parimente,
     E que’ lasciar isconosciuta gente
     De le mal nate lor ricchezze erede.

     E pur i vani lor pensier interni,
     Sono d’averci a star per tempi eterni.
6          O che’ palazzi e le lor case almeno
     Gli eterneran a la posteritade,
     Per ciò metton lor nomi a le contrade.
     Ma pur verran le lor grandezze meno:
     E chi d’onor porta la testa altera
     Convien che caggia e qual vil bestia pera.
7          Quel cieco error, che lor ingombra ’l petto,
     Altro non è che solenne pazzia:
     E pur de’ figli lor la schiatta ria
     Volentier segue il disleal precetto.
     Come pecore fien posti in avelli,
     Sotto a’ governi de la morte felli.
8          Ma sopra loro regneranno i giusti,
     Del giorno eterno ne’ beati albori.
     Lo ’nferno abisserà lor pregi e onori,
     Trattigli fuor de’ lor palazzi augusti.
     Ma la persona mia, da l’ima fossa,
     A sè Dio raccorrà salva e riscossa.
9          Dunque non ti smarrir s’alcun talora
     In beni e dignità sarà cresciuto.
     Perchè ’l momento del morir venuto,
     Nulla egli porterà del mondo fuora.
     Pur si lusinga e nel cor si diletta,
     E con lodi a gioir false t’alletta.
10          Andran sotterra in chiostre tenebrose,
     Dove ’l paterno stuol ebber per duce:
     Ned in eterno mai vedran la luce.
     Tal è la fin di chi glorie fastose
     Possiede in terra, e d’intelletto scemo
     Bestia rassembra nel perir estremo.

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