< I Salmi di David (Diodati)
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SALMO XX SALMO XXII

SALMO XXI.

1          Signor, a giubilar il Re s’appresta,
     Nel tuo sommo valor e ’nvitta possa.
     Quanto farà trionfo e quanta festa
     Per l’avuta da te chiara riscossa!
     Ad ogni suo disio
     Fusti benigno e pio:
     Nè gir lasciasti a voto
     De le sue labbra il voto.

2          Anzi, di grazia e beni un gran tesoro
     Gli dispiegasti innanzi, liberale.
     E d’un bel diadema e fregio d’oro
     Coronasti la sua fronte reale.
     Sol ti richiese vita,
     E di più consentita,
     Da tua mercè paterna,
     Gli fu durata eterna.
3          Per lo soccorso tuo, per la vittoria,
     Gli porgesti immortal onore e vanto.
     Di maestade e lampeggiante gloria
     Attorno gli cingesti augusto manto.
     Perchè tu l’hai gradito
     Per un tempo infinito:
     E, col volto sereno,
     L’hai rallegrato a pieno.
4          Di dar crollo o cader unque non teme,
     Che nel Signor, costante, il cor affida.
     Ed al Sovran erge la viva speme,
     Certo di suo favor e grazia fida.
     Ogni nemico insano
     Coglie infin la tua mano:
     E a’ tuo’ rubelli morte
     Dà la tua destra forte.
5          Come stoppia saran in forno ardente,
     Qualor del cruccio tuo ferverà il foco:
     E de l’ira divina il fier torrente
     Convolto abisserà lor spirto fioco.
     E di lor fie distrutto
     D’in su la terra il frutto:
     E la schiatta profana,
     D’infra la gente umana.
6          Han contra te di frodi il petto pregno:
     Ma quelle andranno dissipate a’ venti:
     Perchè tu gli porrai per erto segno,
     Scoccando al volto lor strali pungenti.

     Signor con tua fortezza,
     Salì in sovrana altezza:
     E di potenza i vanti
     Daremti in salmi e canti.

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