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SALMO XXIII.
1 Almo pastor e fida
Scorta di me, fral pecorella errante,
E ’l Signor, che mi guida,
Dietro a sue tracce sante.
E m’apre sì di larghe grazie il seno,
Ch’ognor gioir di ben confido a pieno.
2 Fra sue mandre gradite
Fa che riposo mollemente il fianco,
Su per erbe fiorite.
E, s’assetato e stanco,
Anela ’l petto, mi conduce a’ vivi
D’onde tranquille ristoranti rivi.
3 A l’alma egra e languente
Aura soave di conforto spira:
E l’orme grevi e lente,
Al ben ch’ella sospira,
Per dritti calli pianamente invia,
Mercè del Nome suo la grazia pia.
4 Che se, per ombre scure,
Orrida valle d’atra morte varco,
Di gelide paure
Mi veggio franco e scarco.
Che meco sei; la tua verga sovrana
D’ogni doglia e passion l’alma risana.
5 Tu di delizie care
La lauta mensa liberal m’ingombri,
E le nemiche gare
Di gelosia adombri.
Tu m’ungi il capo di stillanti odori
E colmo il nappo mio versa i liquori.
6 Pel tuo costante amore
Corso di tuo favor perenne spero,
Infin a le streme ore,
Che goderollo intero.
Così, gioioso, in viva spene m’ergo
D’aver in casa tua eterno albergo.