< I colloqui < II. Alle soglie
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Alle soglie
II. Alle soglie II. Alle soglie - Il più atto

ALLE SOGLIE.


i.


Mio cuore, monello giocondo che ride pur anco nel pianto,
mio cuore, bambino che è tanto felice d’esistere al mondo,

pur chiuso nella tua nicchia, ti pare sentire di fuori
4sovente qualcuno che picchia, che picchia.... Sono i dottori.

Mi picchiano in vario lor metro spiando non so quali segni,
m’auscultano con li ordegni il petto davanti e di dietro.

E senton chi sa quali tarli i vecchi saputi.... A che scopo?
8Sorriderei quasi, se dopo non bisognasse pagarli....

«Appena un lieve sussurro all’apice.... qui.... la clavicola....»
E con la matita ridicola disegnano un circolo azzurro.

«Nutrirsi.... non fare più versi... nessuna notte più insonne....
12non più sigarette.... non donne.... tentare bei cieli più tersi:

Nervi.... Rapallo.... San Remo.... cacciare la malinconia;
e se permette faremo qualche radioscopia....»


ii.


O cuore non forse che avvisi solcarti, con grande paura,
16la casa ben chiusa ed oscura, di gelidi raggi improvvisi?

Un fluido investe il torace, frugando il men peggio e il peggiore,
trascorre, e senza dolore disegna su sfondo di brace

e l’ossa e gli organi grami, al modo che un lampo nel fosco
20disegna il profilo d’un bosco, coi minimi intrichi dei rami.

E vedon chi sa quali tarli i vecchi saputi.... A che scopo?
Sorriderei quasi, se dopo non fosse mestieri pagarli.


iii.


Mio cuore, monello giocondo che ride pur anco nel pianto,
24mio cuore, bambino che è tanto felice d’esistere al mondo,

mio cuore dubito forte - ma per te solo m’accora -
che venga quella Signora dall’uomo detta la Morte.

(Dall’uomo: chè l’acqua la pietra l’erba l’insetto l’aedo
28le danno un nome, che, credo, esprima una cosa non tetra)

È una Signora vestita di nulla e che non ha forma.
Protende su tutto le dita, e tutto che tocca trasforma.

Tu senti un benessere come un incubo senza dolori;
32ti svegli mutato di fuori, nel volto nel pelo nel nome.

Ti svegli dagl’incubi innocui, diverso ti senti, lontano;
nè più ti ricordi i colloqui tenuti con guidogozzano.

Or taci nel petto corroso, mio cuore! Io resto al supplizio,
36sereno come uno sposo e placido come un novizio.



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