Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | III. Il reduce - In casa del sopravissuto | III. Il reduce - I colloqui | ► |
PIOGGIA D’AGOSTO.
Nel mio giardino triste ulula il vento,
cade l’acquata a rade goccie, poscia
3più precipite giù crepita scroscia
a fili interminabili d’argento....
Guardo la Terra abbeverata e sento
6ad ora ad ora un fremito d’angoscia....
Soffro la pena di colui che sa
la sua tristezza vana e senza mete;
9l’acqua tessuta dall’immensità
chiude il mio sogno come in una rete,
e non so quali voci esili inquete
12sorgano dalla mia perplessità.
«- La tua perplessità mediti Tale
verso meta più vasta e più remota!
15È tempo che una fede alta ti scuota,
ti levi sopra te, nell’Ideale!
Guarda gli amici. Ognun palpita quale
18demagogo, credente, patriota...
Guarda gli amici. Ognuno già ripose
la varia fede nelle varie scuole.
21Tu non credi e sogghigni. Or quali cose
darai per meta all’anima che duole?
La Patria? Dio? l’Umanità? Parole
24che i retori t’han fatto nauseose!...
Lotte brutali d’appetiti avversi
dove l’anima putre e non s’appaga....
27Chiedi al responso dell’antica maga
la sola verità buona a sapersi;
la Natura! Poter chiudere in versi
30i misteri che svela a chi l’indaga!»
Ah! La Natura non è sorda e muta;
se interrogo il lichène ed il macigno
33essa parla del suo fine benigno....
Nata di sè medesima, assoluta,
unica verità non convenuta,
36dinnanzi a lei s’arresta il mio sogghigno.
Essa conforta di speranze buone
la giovinezza mia squallida e sola;
39e l’achenio del cardo che s’invola,
la selce, l’orbettino, il macaone,
sono tutti per me come personæ,
42hanno tutti per me qualche parola....
Il cuore che ascoltò, più non s’acqueta
in visïoni pallide fugaci,
45per altre fonti va, per altra meta...
O mia Musa dolcissima che taci
allo stridìo dei facili seguaci,
48con altra voce tornerò poeta! -