< Idilli (Leopardi) - Versione diplomatica
Questo testo è stato riletto e controllato.
L'Infinito
La Ricordanza Lo spavento notturno

Idillio

L'Infinito


Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
     E questa siepe, che da tanta parte
           l'ultimo orizzonte
     De[l celeste confine] il guardo esclude.
                                                  interminato
     Ma sedendo e mirando, [un infinito]
     Spazio di là da quella, e sovrumani
     Silenzi, e profondissima quiete
     Io [mi]1 nel pensier mi fingo, ove per poco
     Il cor non si spaura. E come il vento
                              tra
     Odo stormir [fra] queste piante, io quello
     Infinito silenzio a questa voce
     Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
     E le morte stagioni, e la presente
                                                        tra
     E viva, e ’l suon di lei. Cosí [fra] questa
       Infinità s’annega il                         mio;
     [Immensitade il mio] pensier [s'annega]
     E ’l naufragar m’è dolce in questo mare.

  1. Refuso.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.