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Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
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Amedeo, Challant.
- Amedeo
- Sei tu pronto a obbedirmi?
- Challant
- È mio dover.
- Amedeo
- Fatti sellare un cavallo.
- Challant
- Che?
- Amedeo
- A notte
- Partirai di Ripaglia.
- Challant
- In questa notte?
- Amedeo
- In questa.
- Challant
- Un gran viaggio?
- Amedeo
- Assai. Provvedi
- Per un buon corridore, e che sia duro
- Alla fatica. Por te non occorre
- Molto corredo. Scenderai pel Grande
- San Bernardo in Aosta, e i tuoi castelli
- Sono lì presso. Termine al viaggio
- È il Canavese.
- Challant
- L'ora è tarda: io debbo
- Disporre per la scorta.
- Amedeo
- È già disposto.
- Challant
- La mia partenza non si lega ai gravi
- Fatti seguiti?
- Amedeo
- Appunto.
- Challant
- Ve ne giunse
- La notizia pur ora.
- Amedeo
- E ti ho già scelta
- La compagnia.
- Challant
- Chi mai, signore?
- Amedeo
- Io stesso.
- Challant
- Voi?
- Amedeo
- Non levar la voce. Io ti confido
- Il più occulto secreto del mio core,
- Le mie più care speranze, il mio sogno
- Di gloria, la mia tanto sospirata
- Redenzione, la mia vita.
- Challant
- Voi?
- Amedeo
- Non levare la voce. Vuoi tu farmi
- Scontar con nuove continue menzogne
- La fede che ti mostro? Io son spiato
- Nelle mie terre, nella casa, ovunque
- Ad ogni istante. Guai per me se aperto
- Svesto l'ipocrisia che mi difende.
- Sol che, quale or mi vedi, altri mi veda,
- E l'edifizio delle mie speranze
- Con lunga e paziente arte cresciuto
- Crolla per sempre. Tu mi puoi tradire
- Impunemente.
- Challant
- Oh!
- Amedeo
- Non voglio promesse.
- Se i fatti onde ti eleggo avran mentito,
- Puoi mentirmi tu pure. Io son che debbo
- Mostrarti l'uom che celo, e dir parole
- Eloquenti come opere. Ti chiedo
- Una fede infinita, e a conquistarla
- Non ho che un'ora. Ma quest'ora, Ibleto,
- Io l'attendeva con l'immota fede
- Dei solitari; per essa ho sofferto
- La gran rinunzia della mia persona.
- Tu l'hai veduta la povera larva
- Di sovrano che fui: tutti vi colsi
- Alla mia rete. Quando a me d'intorno
- Si svolgeva la vita, e, straniero
- Come uno scemo, miravo con occhio
- Spento le sue vicende, io mi godea
- Orgie d'impero, e di voi non è gesto,
- Non è pensiero che mi sia sfuggito.
- Quel pigro giovinetto avvolto d'ombra,
- Freddo e muto, scendea con circospetta
- Cura nel cor degli uomini, e, agitando
- Il mal vaso dei vizi, ne traea
- L'involontaria verità. Spregiato
- Ingiustamente, ebbi giusti disprezzi.
- Nel mio silenzio maturavo immensi
- Disegni, mi splendeano all'intelletto
- Fasci di luce, e voi non mi vedeste
- Corrugare la fronte o mandar lampi
- Dagli occhi domi. La madre soltanto
- Nella sua gelosia mi studiava
- Inquieta d'inganni, è coll'acuto
- Sguardo cercava tremando se nulla
- Del paterno valor mi rimanea.
- Ora anch'essa riposa nell'inetto,
- Infingardo figliuolo, ed io mi franco
- Dalla voluta servitù. Ma pensa
- Qual mi propongo definito intento,
- Come tenace lo perseguo e quanta
- Certezza di vittoria m'assecura.
- Se mi è bastato di mentir me stesso
- Per due lunghi anni vigilanti, io, caldo
- Di mia gagliarda giovinezza il core.
- Challant
- Oh, chi siete, Signore, e che volete?
- Amedeo
- L'intelletto dell'uomo è dunque aperto
- Più al mal che al bene? E il disprezzo è sì facile
- E dolce cosa che non trovi al mondo
- Un sol ribelle? Eppure io non t'avvolsi
- Nel disprezzo comune, e in mezzo ai tristi
- Che mi stavano attorno e nell'amara
- Prova durata mi splendeva faro
- Di speranza il tuo nome. E tu hai risposto
- Con sì pronta sfiducia alla mia fede!
- Se veramente sei quale ti estimo,
- Mi dovrai ripagar con lungo affetto
- Questa domanda che mi fai. Che voglio?
- Voglio regnar: non bieco, non tiranno,
- Non solitario nel poter, ma uomo
- Fra gli uomini; tosare alla cotenna
- Quei violenti tosator di gregge
- E spuntarne gli artigli e, come or stanno
- Infra il popolo e me, pormi in lor vece
- Infra il popolo ed essi! E forse... forse
- Il bel mar di Provenza è men lontano
- Che tu non credi... e Nizza è una contea
- Che vale un trono.
- Challant
- Voi siete da tanto,
- Voi?
- Amedeo
- Che terrore è il tuo?
- Challant
- Questi disegni
- Superbamente belli...
- Amedeo
- Io li vagheggio
- Dal primo dì che vestii l'armi.
- Challant
- E il core
- Vi basta di compirli?
- Amedeo
- Il core e il braccio,
- Dovesse andarne della vita.
- Challant
- Oh Dio!
- Voi siete l'uomo dei miei sogni!
- Amedeo
- E un tale
- Pensiero ti sgomenta? M'hai tu offeso
Challant trasalisce.
- Nella tua mente, così ch'io non possa
- Dimenticarlo?
- Challant
- Sire!
- Amedeo
- Io so che m'eri
- Quasi sprezzante, anzi quasi nemico.
- Forse che m'ingannai nella misura
- Della tua inimicizia? Puoi tu darmi
- La mano, Ibleto?
- Challant
- Lo posso, io son vostro.
- Amedeo
- Ti credo. Ora dà retta: a notte chiusa
- Lascieremo Ripaglia; occultamente...
- Challant
- Oh! mostratevi aperto e fate i vostri
- Orgogliosi di voi. Tutta Savoia
- Vi seguirà.
- Amedeo
- E mia madre?
- Challant
- Essa la prima
- Superbisca del figlio.
- Amedeo
- E lo combatta.
- Challant
- Siete il più forte.
- Amedeo
- La guerra civile?
- Challant
- La spegnete in un attimo.
- Amedeo
- Ma, spenta,
- Tosto si riaccende.
- Challant
- Avrete a fianco
- Tutti i buoni vassalli.
- Amedeo
- Ed i cattivi
- Contro.
- Challant
- E sperate condurre la grande
- Contessa a secondarvi?
- Amedeo
- A cose fatte
- Assentirà.
- Challant
- Lo scredito frattanto
- Vi scema di fedeli.
- Amedeo
- Una battaglia
- Me no scema di più. Non voglio sangue
- Per mia causa versato.
- Challant
- La ragione
- Di Stato ve ne assolve.
- Amedeo
- E l'onta?
- Challant
- L'onta
- Ricada sui colpevoli.
- Amedeo
- La colpa
- Avrà nome Savoia. Ti ricordi
- Di Filippo d'Acaia? La matrigna
- Lo frodava di Stato ed egli insorse
- In armi, devastando e insanguinando
- Il conteso Piemonte. Da vent'anni
- La matrigna è sepolta, la palude
- D'Avigliana nasconde la salma
- Di Filippo, e di sua morte il mistero.
- Amedeo regna in pace, ma la Casa
- D'Acaia ha un tarlo che la rode. Guai
- Se il puro limpidissimo metallo
- Dell'onore s'appanna! A nostra madre
- È difesa il suo nome. Io, se dovessi
- Morir qui sull'istante, non vorrei
- Mostrar ribelle al buon diritto e al figlio
- Una contessa di Savoia. Al giusto
- Ordin civile che vagheggio il tempo
- Darà certa vittoria, ma le macchie
- Di un nome accresce, non cancella, il tempo.
- Challant
- Che risolvete?
- Amedeo
- Io voglio far mia madre
- Umana suo malgrado. Andrò ignorato
- Nel Canavese... Tu conosci i luoghi
- E gli animi, colà, tu che sedavi,
- Nel nome di mio padre, un'altra volta
- Una prima sommossa. Udremo insieme
- Le cagioni dell'ira; ai capitani
- Della rivolta svelerò il mio stato
- Promettendo franchigie: indi, raccolti
- Tutti i baroni, comporremo il grande
- Dissidio, nel mio nome e in quel di Bona.
- Ma che nulla trapeli delle nostre
- Intese, o guai por noi! Sarem partiti
- Per lunghe cacce.
- Challant
- La contessa.
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