< Il Conte Rosso < Atto terzo
Questo testo è completo. |
Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
◄ | Atto terzo - Scena decima | Atto terzo - Scena dodicesima | ► |
Bona, Amedeo.
- Amedeo
- Madre, io sono
- Presso a morire. Non voglio querele.
- Vi chiamai per aver piena contezza
- Dei vostri intendimenti, ove mi piaccia
- Di affidarvi lo Stato.
- Bona
- In me per dritto
- Scende lo Stato.
- Amedeo
- No, madre. Vi chiedo
- Se il cor vi basti di tener governo
- Quale in vita io lo tenni.
- Bona
- Non so farmi
- Dispensatrice dell'altrui moneta.
- Amedeo
- Adulto non vi amai, né voi mi amaste;
- Pur, cercando lontan nelle memorie
- Della mia fanciullezza, io vi rivedo
- Sorridermi benigna e carezzosa.
- Certo allor, visitando in Altacomba
- Le cripte di Savoia, il cor materno
- Non vi dicea ch'io vi sarei disceso
- Prima di voi, ma credevate, ed era
- Dolce pensier, precedermi, sperando
- Che in quell'alto silenzio di sepolcri
- Giungesse l'eco delle mie fortune...
- Bona
- Perché mi parli così? non t'intesi
- Mai parlarmi così.
- Amedeo
- N'è ver, che suona
- Coll'accento del padre la mia voce?
- Bona
- Che vuoi? che vuoi?
- Amedeo
- Le rimembranze in folla
- Tornano all'uom che muore... Io vo' piegarvi
- Alla mia giusta causa.
- Bona
- Alla tua causa
- Non mi fa avversa la caparbia.
- Amedeo
- Eppure
- Mai non pensaste che in questa mia morte
- Fosse la man del ciel che vi punisce?
- Non è triste chi muor, ma chi rimane.
- È pur bello a una madre aver daccanto
- Nei tardi anni suo figlio e riguardarlo
- Regnar giusto sui lieti e superbire
- Delle sue gesta e consigliarlo e reggerlo
- Nei dubbi... e rinnovargli ora per ora
- Il dono della vita!
- Bona
- Tu mi scendi
- Come una lama di pugnal nel core.
- Che mi nascondi? Il tuo pensier s'avvolge
- In oscure parole, e mi atterrisci
- Col mite aspetto. Aperto... aperto... Io sento
- Strisciar come una biscia nel tuo sguardo
- Una fredda minaccia.
- Amedeo
- Che vi resta
- A temere di me? Voi forte, io stremo...
- Bona
- Dello Stato è parola...
- Amedeo
- Vi radduco
- Al mio soggetto. È troppo tardi ormai
- Per bilanciar consigli; io vi guadagno
- Per altra via.
- Bona
- La paura ti annebbia...
- Amedeo
- Chi muor com'io morrò, madre, compisce
- Un superbo atto di vita, e anelante
- Vi s'affretta.
- Bona
- Che intendi?
- Amedeo
- Vi dà il core
- Di seguir la mia traccia?
- Bona
- Io son qual fui,
- Sarò qual sono. Non m'illude il sogno
- Che la fervida tua mente seduce.
- Ho dello Stato e del poter più vasto,
- Più superbo concetto, e per mutato
- Avviso attenterei stolta e cosciente
- All'interezza della tua Corona?
- Amedeo
- Ad altri dunque la reggenza!
- Bona
- Tanto
- Sfregio ardiresti?
- Amedeo
- La mia donna...
- Bona
- È vana
- Di mente, il sai.
- Amedeo
- Nel principe d'Acaia...
- Bona
- Patirò che un estranio?!...
- Amedeo
- Un mio volere
- Vi fa imbelle per sempre.
- Bona
- Hai tu speranza
- D'avversarmi così fin dalla tomba?
- T'ebbi pur sempre a fronte, umiliata
- Fui pur sempre da te. Quando l'impero
- In mia mano cadea, tu mel rapisti;
- Tu, dovunque, ad ogni ora, a quale impresa
- Io volgessi la mente, eri lo scoglio
- Dove rompeva il mio voler. Disponi
- A tua posta del trono: al mio diritto
- O alla caparbia mia darò sostegno
- Di mal vinti baroni, e sorgeranno
- Selve di lance al mio grido di guerra.
- Tu non conosci Bona.
- Amedeo
- O madre, a prezzo
- Di vita vi conosco!
- Bona
- Che?
- Amedeo
- Assentite
- Alla promessa?
- Bona
- Che dicesti?
- Amedeo
- Tanto
- Vi ripugna esser mite? Io non vi chieggo
- Che di seguir l'orme del padre. Egli ebbe
- Fama di giusto. E voi l'amaste, il padre.
- Ancor ne va per le genti il ricordo...
- L'udii narrar tante volte... Eravate
- Giovani e belli entrambi... una gloriosa
- Vista, l'amor che v'accendea... n'è vero,
- Madre? E che lutto al suo morir... Ma lieta
- Ebbe per voi la vita, ed or dal cielo
- Certo vi guarda!
- Bona
- Ah no, no, mi t'arrendo...
- Ma non parlar così... tutto... io mi piego
- A tutto... ogni promessa, ogni più sacra
- Promessa avrai, ma non fissarmi in viso
- Con quegli occhi di fuoco.
- Amedeo
- Iddio, siccome
- Io vi perdono, vi perdoni... Ibleto...
- Bona
- Che?
- Amedeo
- Non temete. Voi siete pur sempre
- Contessa di Savoia.
Appare Challant.
- A me i baroni.
- E accompagna mia madre alle sue stanze.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.