< Il Conte Rosso < Prologo
Questo testo è completo. |
Giuseppe Giacosa - Il Conte Rosso (1880)
◄ | Prologo - Scena quarta | Atto primo | ► |
Detti, il Re, la Corte, poi Amedeo, gli Inglesi meno Honiton, indi un Messo.
- Il Re
al Duca di Lorena.
- Io non ho visto
- Mai più nobili colpi e più cortesi.
- Tutti li tenne in termine di vita,
- E li francò. Soltanto Honiton s'ebbe
- Rotta da un colpo di lancia una spalla;
- Ma è leggera ferita.
- Uno Scudiero
annunziando.
- Il Conte.
- Il Re
- A capo
- Scoperto e in piè lo si attenda.
Compare Amedeo.
- Savoia!
- Amedeo
- Sire: Buona novella.
Gl'Inglesi entrano con Amedeo.
- Il Re
- Il vostro grido
- Non mentisce. Messeri, oggi ne piace
- Che posin l'arme in segno d'esultanza,
- Che s'addoppin le paghe, e la mia Corte
- Vesta rosse divise. E tu deponi
- Le gramaglie, Amedeo. Del tuo gran padre
- Assai coll'opre la memoria onori.
- Oggi Savoia non piange. Ti han detto
- Il Conte Nero: un tristo nome; io voglio
- Più fausti auspici alla tua vita, e scelgo
- Qual più gaio color splenda nei campi
- E delle donne illumini il sorriso.
- Saluto il Conte Rosso.
- Amedeo
agl'Inglesi.
- E dura prova,
- O messeri, combattere con voi.
- Direte al Conte d'Honiton che tenga
- La sua donna e l'anello, e che vi aggiunga
Consegna un anello.
- Questo, delle cortesi armi trofeo.
- La spada hai nuda, Arundello: e tu cingi
- La mia guaina, e se pur non s'ingemma
- Come l'attesa delle tue fortune,
- È la guaina d'un soldato, e serba
- Nitido il ferro ai colpi e alle difese.
- Le buone spade non escono al sole
- Che nell'ora dell'armi, e chi combatte
- Non si piega a valletto. E tu, Signore
- Di Pembrock, la tua mano. Io vo superbo
- Che t'ebbi a fronte. Porgi alla tua donna
- Questa mia gemma, e di' ch'io t'ho chiamato
- Fortissimo e cortese... E se vi avvenga
- Di passar per Savoia, vi ricordi,
- Messeri, d'Amedeo. Le mie foreste
- Abbondano di fiere e nella coppa
- Biondeggia il vin di Mommeliano.
- Scudiero
- Un messo
- Di Ripaglia.
- Il Re
- Ben Venga.
Entra il messo.
- Amedeo
- Che mi rechi?
- Il Messo
- Questo messaggio della gran Contessa.
- Amedeo
legge.
- Sire: «Vi nacque un figlio, ed i Vallesi
- Sono in piena rivolta».
- Il Re
- Il lieto annunzio
- Ed il triste ti chiamano. Va, segui
- La tua splendida stella, e, come il fosti
- A Borburga, così sii vincitore
- Nella gran giostra della vita.
- Amedeo
- Io sono
- La mia stella, Signore. A me Savoia!
Parte coi gentiluomini savoiardi.
FINE DEL PROLOGO.
Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.