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Traduzione dal tedesco di Pietro Gori (1891)
Posizione dei comunisti a petto dei differenti partiti dell'opposizione
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Secondo ciò che abbiam detto sopra (vedi sezione seconda), la posizione dei comunisti di contro ai partiti operai, di già costituiti, si spiega da se stessa, e quindi le loro relazioni con i costituzionali in Inghilterra, e con i riformatori agrari nell’America del Nord.
I comunisti combattono per iscopi ed interessi immediati della classe operaia, ma difendendo il movimento attuale, rappresentano, nello stesso tempo il movimento dell’avvenire.
In Francia i comunisti si collegano col partito democratico-socialista, contro la borghesia conservatrice e radicale, riservandosi il diritto di criticare le frasi e le illusioni ereditate dalla tradizione rivoluzionaria.
In Svizzera essi appoggiano i radicali, senza disconoscere che questo partito si compone di elementi contradditorii, metà di democratici-socialisti, nell’accezione francese della parola, metà di borghesi radicali.
In Polonia, i comunisti sostengono il partito che scorge in una rivoluzione agraria le condizioni della liberazione nazionale, cioè il partito che fece la rivoluzione di Gracovia nel 1846.
In Alemagna, il partito combatté con la borghesia tutte le volte che la borghesia agì rivoluzionariamente verso la proprietà fondiaria feudale, e la piccola borghesia.
Ma giammai, in nessun momento, questo partito trascura di sviluppare negli operai una coscienza chiara e netta dell’antagonismo profondo, che esiste tra la borghesia ed il proletariato, affinché, giunta che sia l’ora, gli operai tedeschi sappiano convertire le condizioni sociali e politiche create dal regime borghese, in altrettante armi contro la borghesia, di modo che, appena le classi reazionarie della Germania siano distrutte, la lotta possa impegnarsi tra la borghesia stessa.
È sulla Germania sopratutto, che i comunisti dirigono la loro attenzione, perché la Germania si trova alla vigilia di una rivoluzione borghese, e perché essa effettuerà questa rivoluzione nelle condizioni più avanzate della civiltà europea, e con un proletariato infinitamente più sviluppato di quello che possedevano l’Inghilterra e la Francia nel XVII e XVIII secolo, e per conseguenza la rivoluzione borghese tedesca non potrà essere che il breve preludio d’una rivoluzione proletaria.
Insomma, i comunisti appoggiano dappertutto qualunque movimento rivoluzionario contro lo stato di cose sociali e politiche esistenti.
In tutti questi movimenti essi mettono innanzi la questione della proprietà, quale che sia la forma più o meno sviluppata ch’essa abbia rivestita, come la questione fondamentale del movimento.
Infine, i comunisti lavorano per l’unione e per l’accordo dei partiti popolari di tutti i paesi.
I comunisti non si abbassano a dissimulare le loro opinioni ed i loro fini. Essi proclamano altamente che questi fini non potranno essere raggiunti senza il rovesciamento violento d’ogni ordine di cose attuale.
Che le classi dominanti tremino pure all’idea d’una rivoluzione comunista. I proletarii non hanno nulla a perdere, all’infuori delle loro catene: essi hanno un mondo da guadagnare.
Proletari di tutti i paesi unitevi!