< Il Misogallo (Alfieri, 1903)
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Proemio
Nota spettante gl'interessi privati dell'autore in Francia Epigramma I

PROEMIO.

13 gennaio 1795.

VI.    . . . . . Funemque reduco

Persio, Sat., V, 118.

Al Carcer lor gli Schiavi io riconduco.

Odio all’emula Roma acerbo eterno
Giurava il forte Annibale su l’ara:
Nè a vuoto usciva la minaccia amara,
Che gli era anzi di Gloria eccelso perno.

Io, benchè nato nel più inerte verno
Dell’Italia spezzata, e d’armi ignara,
Odio a’ Galli giurai, nè fia men chiara
Quest’ira un dì, s’io l’avvenir pur scerno.
Forse verrà, che in altri Itali petti
Sdegno e valore ribollendo, e forza,
Farà mio giuro aver sublimi effetti.
Svelato intanto in sua bugiarda scorza
Sia ’l putridume dei superbi insetti,
Che virtù grida, e ogni virtude ammorza.


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