< Il Misogallo (Alfieri, 1903)
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Sonetto I
Epigramma I Sonetto II

SONETTO I.

22 luglio 1790 in Parigi.

VII.    Res itaque ad summam foecem, turbasque redibat,
Imperium sibi cum, ac summatum quisque petebat.

Lucret., Lib. V, vers. 1140.

Così all’infima feccia delle turbe
Cadea ’l comando, ogn’uom regnar volendo.

Preso ha il timon chi fu pur dianzi al remo;
E toga, e mitra, e spada, e scettro, e penna,
Tutto in un fascio, appiccasi all’antenna,
Scherno alla Ciurma onde ogni capo è scemo.
La trista barca, ridotta in estremo,
Vele rinnuova all’arbor, che tentenna,

E, imberrettato, Libertade accenna,
Ma in preda lascia ai venti e prora, e temo.
Ora i fianchi rintoppa, or con la tromba
A forza aggotta; indi secura tiensi,
Tal che di gioja il grido al Ciel rimbomba.
Poco intanto il biscotto, i mari immensi,
Tutto è sentina in quella viva tomba:
E così ai liti di Fortuna viensi.


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