< Il Misogallo (Alfieri, 1903)
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Sonetto XXI
Ode Prosa terza. Ultime parole del Re

SONETTO XXI.

30 decembre 1792.

Qual emblema è codesto? Una Donnaccia1
Sfacciatamente in man tiensi una picca,
Di rosso un non so che su vi conficca,
(Par d’un Priapo la testa) e il ciel minaccia?
Tu sei pur la ottusissima bestiaccia,
Mentre il mistico senso ogni uom ne spicca.
Quel berrettin, che costassù s’impicca
È quel che ai galeotti orna la faccia.
L’asta che in man sì ben Madonna stringe
È un bel, tornito, ingentilito, remo;
La ribellata ciurma, in lei si pinge.
Riconoscerla debbe anco il più scemo,
Che non è questo indovinel di sfinge —
Non ha il motto. L’ha in fronte: uccido e tremo.

  1. Lo stemma della nuova Repubblica è una donna quasi che nuda con i suddetti attributi. Nasce nei più anco il dubbio; perchè, spogliando ella tutti, si voglia pur mostrar nuda. Ma i Repubblicani lo sciolgono dicendo, esser anco simbolica questa sua nudità: perchè, per quanti ne spogli, mai non le avanza di che rivestirsi.


Note

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