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deputato.
È nativo di Reggio in Calabria, e non saprebbe darsi più caldo e più leale patriotta di lui.
Compromesso per la parte da esso presa ai movimenti politici di quell’italianissima provincia convennegli emigrare e rifugiarsi in Piemonte, ove pose ferma stanza in Torino che divenne una seconda patria per esso.
In questa città, il Plutino strinse numerose relazioni, ed ebbe campo di farsi apprezzare ed amare da molti.
Quando giunse il giorno in cui, l’Italia meridionale scosse il giogo dell’oppressore borbonico e risorse a novella vita, il Plutino che si era energicamente impiegato onde Garibaldi trovasse in Calabria tutti quelli aiuti i quali potessero meglio giovargli all’intento di liberare la patria terra dal dominio tirrannico dell’odiata monarchia, venne eletto, a grandissima maggioranza, deputato al Parlamento nazionale, in cui fin dal primo momento nel quale prese la parola, egli ecctiò la generale attenzione, per quel suo modo di dire franco e schietto, ma originale e umoristico, il quale è di un genere tutto suo speciale e inimitabile.
Il Plutino, siede alla sinistra, ma non vota che raramente con questa; egli è francamente costituzionale e il suo suffragio è da lui dato, in generale, con molta indipendenza.