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deputato.
È fratello ad Agostino di cui già abbiamo parlato e al pari di esso è caldo di patrio amore. — Quando Garibaldi sbarcò in Calabria il Plutino fu dei più attivi a porgergli ogni maniera di soccorsi, quindi si ebbe dal liberatore a buon dritto importanti missioni. Più tardi il Governo del re ricompensava l’eccellente patriotta nominandolo a prefetto di una delle Calabrie.
La funesta impresa tentata nel 1862 dall’eroe di Marsala e che non poteva non metter capo ad una catastrofe, indusse il Plutino a dimettersi da prefetto, troppo duro sembrandogli di doversi, a cagione degli obblighi che incombevangli come supremo moderatore della provincia, opporsi all’uomo cui egli stimava ed amava sovra ogni altro al mondo.
Questa dimissione gli è stata rimproverata da molti come una colpa gravissima; noi esitiamo a pronunciarci, mentre se da un canto comprendiamo che il funzionario pubblico aveva il dovere di rimanere al suo posto durante tutto quel periodo di tempo in cui pericolava la salute del paese, dall’altro ammettiamo e scusiamo che in momenti così difficili e luttuosi, possa venir fatto alla persona la più proba e la più devota alla patria e alle sue istituzioni di smarrire quasi la mente e di commettere un atto che più a sangue freddo non si sarebbe commesso.
Gli elettori napoletani hanno provato coll’eleggere il Plutino a loro rappresentante nel Parlamento nazionale che gli conservano tutta quella stima di cui fruiva per lo innanzi appo loro.