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senatore.
È nato a Voghera il 12 ottobre del 1816 e vi ha atteso agli studi fino alla filosofia inclusiva, passando quindi a studiar matematiche e ad approfondire la storia nell’Università di Torino.
Nel 1836, dopo essersi distinto per assiduità di applicazione e per svegliatezza poco comune di mente, ei fu laureato ingegnere. E siccome lo studio della storia procedeva di pari passo pel Ricotti con quello più grave ma non più importante delle matematiche, così ei si stette a trattare il tema proposto con premio della Regia Accademia delle scienze di Torino, tema relativo all’istoria delle Compagnie di Ventura in Italia.
Il modo col quale il chiaro giovine trattò e sviluppo il quesito posto dall’Accademia, fu così di soddistazione di questa che il Ricotti ne ottenne lo stabilito premio, quantnnque egli, dal canto suo, non si tenesse pago del proprio lavoro e si accingesse a rifarlo sopra più vaste proporzioni.
Nel 1837 il Ricotti entrò nel genio civile e due anni dopo era nominato a membro delle regie deputazioni sopra gli studi di storia patria.
Non corse un altr’anno che il nostro protagonista, entrava col grado di luogotenente nel genio militare e quasi contemporaneamente, aveva l’onore di essere ammesso in qualità di socio ordinario nella Regia Accademia delle scienze.
Nel 1844 la sua storia delle Compagnie di Ventura usci alla luce divisa in quattro volumi, e gli valse la croce del Merito Civile di Savoia, croce che, come ognun sa, è tenuta in qualche riserbo non essendosi prodigata a torto e a traverso, come quella dei noti Santi.
Più tardi, essendo al potere il marchese Alfieri di Sostegno, il Ricotti venne da esso invitato ad aprire un corso di storia patria nell’Università di Torino, corso che valse novella e meritata stima all’onorevole professore.
Gli avvenimenti politici del 1847, mediante i quali si preparavano le concessioni liberali dell’anno successivo, ebbero il Ricotti a fautore non ultimo, mentre ei fu chiamato a far parte in qualità di membro e di relatore della commissione superiore di revisione che ebbe tanta parte nell’introdurre le libertà costituzionali; l’anno di poi ei fu col Balbo e col Cavour, membro di quella giunta che fece la legge elettorale.
Deputato di Voghera alla prima legislatura, partecipò alla guerra dell’indipendenza; e poche ore prima dell’armistizio di Milano, fu fatto prigioniero nel recare un ordine da Milano a Novara. Alla fine dello stesso anno malgrado le numerose ed importantissime occupazioni da noi testè enumerate, il Ricotti dette alla luce in un grosso volume un corso di Storia d’Italia dal basso impero fino all’istituzione dei Comuni.
Dal 1845 sino a tutto il 1853, il Ricotti fu deputato al Parlamento nazionale pel collegio di Ventimiglia, quindi si ritrasse dalla vita politica e militare per dedicarsi intieramente alla sua cattedra e ad importanti pubblicazioni storiche, che noi non possiamo per ristrettezza di spazio che limitarci a citare:
Breve Storia d’Europa e specialmente d’Italia (Torino 1850-1855 ).
Vita di Cesare Balbo, compendio di Storia patria (Torino 1856).
Storia della Monarchia piemontese (Vol. 2, Torino 1856-1861).
Elevato nel 1862 alla dignità di rettore dell’Università di Torino, venne nello stesso anno nominato a Senatore del Regno.
Noi sappiamo che il chiaro e indefesso scrittore, è in procinto di mandare alla luce, due altri volumi della sopra citata Storia della Monarchia piemontese.