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Giuseppe Massari.
deputato.
È napoletano. Uomo d’ingegno e d’istruzione, si è sempre adoperato con una costanza ed un ardore incontestabili in vantaggio d’Italia.
Cospiratore, giornalista, incaricato d’importanti missioni, sopratutto nel 1848, egli sfuggì a gran pena di mano ai Borboni, che l’avrebbero, ove lor fosse stato concesso di ghermirlo, condannato alle galere, come vi condannarono i Poerio, gli Spaventa, i Settembrini, gl’Imbriani, i Braico e altri molti.
Refugiatosi in Piemonte, il Massari vi tenne costantemente la penna a sostegno della causa patriottica. Fu redattore della Rivista Contemporanea, ed ebbe più tardi la direzione della Gazzetta officiale, che conservò fino al momento in cui, eletto deputato, siede nel Parlamento nazionale.
Dal primo istante il Massari ebbe un posto notevole nella Camera, della quale fu eletto subito segretario, si può dire perpetuo, mentre la sua elezione venne, ogni volta che si dovette ricostituire l’ufficio, rinnuovata.
La sua attività è delle più grandi e gli vale senza alcun dubbio le lodi le meglio meritate. Il compito d’un segretario della Camera non è cosa da prendersi a gabbo ed il Massari vi si sobbarca con una volonterosità la quale non saprebbe mai abbastanza ammirarsi; niuno ignora, ch’egli spedisce a sè solo tanta bisogna quanta ne fanno tutti quanti gli altri segretari riuniti.
Non so del resto come anderebbero le sedute se il Massari non fosse là quotidianamente a fare colla possente sua voce l’appello; è un fatto che niuno vorrà contestare che l’appello eseguito dagli altri segretari non vale in nessun modo a far si che i deputati abbandonino la sala dei pas perdus per recarsi a prender posto nell'emiciclo.
Il Massari non abusa della sua facile ed ornata parola per pronunciare dei discorsi; ma ne usa forse un po’ troppo per interrompere gli oratori della parte avversa, interruzioni che sollevano sempre o quasi sempre degl’incidenti, avvegnacchè proferite da un organo così romoroso qual si è quello che possiede il Massari non possono non pervenire all’orecchio dell’oratore anche in mezzo ai mormorii dell’intero uditorio.
Il Massari è uno dei più saldi campioni dell’antica maggioranza Cavouriana e uno dei più decisi avversari del Rattazzi.
La Camera ha dato più d’una prova al Massari della stima in cui lo tiene; ma giova qui ricordare come lo eleggesse a membro della commissione d’inchiesta sul brigantaggio, la quale naturalmente lo nominò suo segretario.
Il rapporto di quella commissione che forma un grosso volume fa onore al suo redattore.