< Il Parlamento del Regno d'Italia
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Luigi Acquaviva Pietro Gioja
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Ruggiero Mariano.



È nato in Meta, comune della penisola di Sorrento, il 6 giugno del 1822. — I suoi genitori Melchiorre e Fortunata Cacaccia, entrambi di civil condizione, ebbero per questo unico loro figlio le più affettuose premure. — La madre vegliò alla di lui educazione fino all’adolescenza, poichè il padre, comandando una nave di sua proprietà, e navigando in lontane regioni per traffico, non poteva attendere a così grave occupazione; egli rivolgeva tuttavia dal canto proprio ogni suo intento a raccogliere a questo suo figlio una fortuna, che valesse a renderlo affatto indipendente.

Studio quindi il Ruggiero letteratura e sopratutto la latina e la greca; inviato poi ad apprendere medicina nell’università di Napoli, si valse del tempo che colà trascorse per approfondire maggiormente gli studi letterari. che tanto gli stavano a cuore.

Visse poscia il nostro protagonista, tolta ch’ebbe la laurea, senza occuparsi dell’esercizio continuato della sua professione, coll’animo intento a fomentare il bene ed il progresso civile e politico nel proprio paese, sicchè quando la rivoluzione del 1848 sembrò aprire ai Napoletani una nuova êra di giustizia e di libertà, il Ruggiero non si ristette dall’adoperarsi in tutte quelle bisogne che a buono e devoto cittadino incombe in tali occorrenze di praticare. — Ma a quel balenare di governo libero e giusto, successe troppo presto il reato di una tirannia ancor più truce di quella che prima inveiva nello sventurato regno. Allora si fu che il Ruggiero, compreso nella lunga lista degli accusati, venne arrestato, e sebbene non si trovasse luogo a procedere contro di lui, pure fu iscritto nel terribile ruolo degli attendibili, cioè di coloro sul cui capo pendeva la spada di Damocle di una polizia inquisitoriale e feroce.

E in vero, l’alto segno tra non molto a novelle accuse, fu ordinato dal famoso Pecheneda il di lui imprigionamento, al quale potè a stento sottrarsi colla fuga. Ottenuto poscia che il mandato d’arresto venisse mutato in un ordine di presentazione quotidiana alla questura, onde non distaccarsi dai suoi, si adattò a condurre la vita la più angustiata che dar si possa al mondo.

Spuntato alfine il giorno della redenzione, pel Ruggiero, più forse che per ogn’altro, questi dall’eccesso della miseria passò al colmo della gioja, essendo anche stato meritamente eletto rappresentante all’Assemblea nazionale dal collegio di Castellamare.



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