< Il Parlamento del Regno d'Italia
Questo testo è completo.
Carlo De Cesare Francesco Stocco
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia


Pietro Mazza.



È nato a Voghera il 28 marzo 1821 da Andrea e Teresa Mazza, ed in Voghera studiò umanità e filosofia, quindi passò all’università di Torino ove seguì le discipline legali, facendosi ricevere avvocato, dopo aver tolto la laurea nel 1842.

Fece pratiche nello studio del celebre Margherita, ma si può dire che le occupazioni forensi lo assorbissero meno di quello che le letterarie e politiche.

Il Mazza era uno di quei giovani che desideravano cooperare con tutte le loro forze al gran movimento nazionale che andava preparandosi, e quindi non solo scriveva in quei giornalucci ch’esistevano in quei tempi di rigorosa censura, articoli che a proposito di arti e di lettere trovavano pur modo di alludere a indipendenza e a libertà, ma che anche colle parole e col provocar riunioni di gioventù, nelle quali si prendevano le opportune misure onde anche nelle masse penetrassero alcune scintille del fuoco patriotico, s’impiegava, come meglio le circostanze il permettevano, ad affrettare l’epoca della rigenerazione italiana.

Dal 1845 al 1847 Pietro Mazza dimorò a Parigi, dedicandosi colà a tutt’uomo a coltivare gli studi filosofici e legislativi, pubblicando di tempo in tempo qualche ponderato suo scritto sui principali periodici di quella gran capitale.

Verso la fine del 1847, come sentivasi vicino in Italia il momento d’una mutazione radicale nella nostra esistenza politica, il Mazza, richiamato anche dalle pressanti lettere de’ suoi amici, fece ritorno in patria, ove prese parte quasi subito alla redazione del giornale La Concordia, del quale fu uno dei fondatori.

Divenutone pochi mesi dopo il direttore, vi rimase in tal posizione fino al 1850, epoca in cui prese parte principalissima alla redazione del Progresso.

Si fu nel 1855 che, eletto deputato dal collegio di Varzi, il Mazza prese posto alla Camera, posto che ha sempre conservato dipoi, per opera di quello stesso collegio, che ampliatosi ora mediante le nuove circoscrizioni elettorali di due mandamenti, ha preso nome di collegio di Bobbio.

Entrato al Parlamento sotto gli auspici dell’opposizione, non tardò a dare il suo appoggio al ministero, una volta che si fu convinto della sincerità colla quale questo, diretto da quel grand’uomo che nomavasi il conte di Cavour, camminava nella via delle riforme all’interno ed all’estero, e praticava i principi di quella generosa politica che ci ha ormai condotti alla costituzione di un’Italia che non tarderà ad essere quanto unita altrettanto possente.

Il Mazza è oratore, ed ha preso parie efficacissima ad importanti discussioni, tra le quali ricorderemo quelle sullo svincolo delle enfiteusi, sulle riforme del codice penale. sull’abolizione del contenzioso amministrativo ecc. ecc.



Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.