< Il Parlamento del Regno d'Italia
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Emanuele Fenzi Raffaele Busacca
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SINEO RICCARDO

deputato.


È piemontese ed avvocato. Notissimo per la parte più che attiva da lui sempre presa fin da epoca lontana ai dibattimenti della Camera dei deputali, nella quale è stato inviato, per parecchie legislature. È un uomo che non manca di mente e di studi, ma ha il difetto gravissimo di voler prendere la parola ad ogni istante. Questo sarebbe di già sufficiente per renderlo poco simpatico a molti; disgraziatamente, non costituisce la sola sua pecca; mentre egli ha pur quella di voler parlare in momenti quasi sempre inopportuni, e di insistere, insistere ferocemente, invincibilmente, per aver la parola, finchè di guerra stanca, malgrado gli urli furibondi della Camera, al presidente convenga pur dargliela.

Così, egli è ben raro che sul finire di una lunghissima discussione sovra una materia qualunque, allorchè si è già parlato, pro, contro, e in merito abbondantemente da ogni lato, tanto che l’uomo il più ottuso possa essersi fatto un’idea chiarissima del soggetto preso in esame; egli è ben raro, diciamo, che a tal punto, e quando già le voci numerose di «ai voti! ai voti!» sorgono numerose da ogni banco, il deputato Sineo non esca fuori con quella sua voce chioccia a domandare la parola. Allora lasciamo pensare, piuttostochè non possiamo descrivere, qual tempesta si sollevi iu seno all’onoranda assemblea, e come i rifiuti i più clamorosi piovino adosso al Sineo da ogni parte, il quale, senza scomporsi il meno del mondo, abituato come è a navigare in quel mar procelloso, rimane ritto e securo, col suo solito sorriso stereotipato sulle labbra, tanto che infine, e Camera, e presidente devono pur cedere d’innanzi tanta incrollabile costanza, ed il Sineo ha facoltà di parlare. Vero è che allora con una rapidità che ha del portento i deputati fuggono per quante aperture ha il vasto recinto, e i banchi si vuotano in un baleno. Neppur questo basta a scoraggiare l’imperterrito oratore; che con quel suo tuono, agro, nasale e discordante, che irrita i nervi delle più placide persone, incomincia una lunga filastrocca in cui è ben raro che si riscontri un’idea nuova, o un concetto di qualche effettiva importanza.

Per molti è un mistero questa terribile bramosia del Sineo di aringare ad ogni costo, e contro tutti, tanto più, che come abbiam detto, non v’è caso ch’egli abbia mai ascoltatori; ma alcuni sostengono, ch’ei parla semplicemente pel piacer di parlare, e per udire ei stesso il suono delle proprie parole. Ad ogni modo è necessario constatare che non v’ha legge che si discuta in Parlamento, alla quale il Sineo non proponga uno, o più emendamenti; e non v’ha emendamento del Sineo che non venga inesorabilmente respinto.

Il Sineo è stato ministro di grazia e giustizia. Lo fu per pochissimi giorni, ed in quelli, si dette un da fare straordinarissimo. Bisogna credere ch’egli non dormisse nè di nè notte, poichè assegnava delle ore d’udienza straordinarissime; così ci è stato detto da persona degnissima di fede, di aver ricevuto da lui invito di udienza per le tre antimeridiane, e sappiamo di altri che altri inviti ricevettero pure ad ore insolitissime. Da quel momento in poi, cioè, dal tempo in cui ha cessato d’esser ministro, fino al di d’oggi, il Sineo si è sempre tenuto nelle file dell’estrema sinistra, la quale però sembra tare un mediocre caso di lui, ed è raramente disposta a sostenerlo. Una delle particolarità del Sineo, e che non possiamo trascurar di notare, si è quella di ripresentare quasi ad ogni sessione un suo progetto di legge sulla responsabilità ministeriale. Inutile aggiungere, che se per allo di gentilezza la Camera approva la presa in considerazione di quello, non v’è mai dubbio che lo si venga a mettere in discussione.



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