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senatore.
L’aristocrazia romana possiede pochi membri più chiari per patriottismo e per mente, dell’onorevole principe Simonetti. Egli si è sempre studiato nelle difficili circostanze attraversate dal proprio paese, prima di giungere al desiato momento della sua liberazione, di adoperarsi ad alleviarne i mali, mediante i suoi beneficii e i mille soccorsi da esso largiti alle famiglie i cui membri principali gemevano nelle prigioni pontificie o nell’esiglio. E ogni qual volta si è offerta un occasione nella quale si fosse potuto aver ricorso ai lumi del principe, egli non ha mai fallito al compito assuntosi, e i suoi savi consigli non hanno poco contribuito a preparare la via a quegli avvenimenti felici, mediante i quali le Romagne si sono finalmente sottratte all’odiato dominio dei papi.
Il principe Simonetti, allorquando sono venuti i tempi delle ricompense, da quell’uomo modesto e disinteressato ch ’egli è, si è tratto addietro quanto ha saputo e potuto, ma non tanto che nol giungessero i favori di un sovrano, il quale ama troppo egli stesso la patria, per trascurare di offrire il meritato premio a chi le ha pure giovato, questi ha voluto che il principe fosse decorato dei reali ordini e sedesse nel Senato del regno, ove i suoi lumi e il di lui patriottismo, profittano e profitteranno, per lungo tempo, giova sperarlo, alla nazione.