< Il Parlamento del Regno d'Italia
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Paolo Emilio Imbriani Giovanni Fondi de Sangro
Questo testo fa parte della serie Il Parlamento del Regno d'Italia




Tra la più eletta e maschia pei propositi gioventù milanese, alla quale la dominazione austriaca, oltre al sembrare una violentissima ed indegna usurpazione, non è mai apparsa come uno stato di cose, il quale avesse probabilità di durata, bisogna contare il Tullo Massarani, che studiosissimo, quanto caldo patriotta, ha volto sempre il pensiero ad affrettare la redenzione d’Italia.

Evidentemente l’Austria, non poteva non tener conto del dispregio e dell’avversione in cui la popolazione lombarda, aveva il suo Governo; e sebbene col numero della soldatesca, riuscisse quasi a comprimere ogni manifestazione del pubblico risentimento, tuttavia ella sentiva ogni dì più, che il terreno vacillavale sotto i piedi, tantochè alla prima disfatta delle sue armi, non si credè sicura che oltre al Mincio, sotto le formidabili batterie del suo quadrilatero.

Così è che quella in apparenza pacifica gioventù, o se non pacifica, almeno inerme, del genere del Massarani, incuteva un terrore e uno scoraggiamento continuo, al colosso dalle gambe d’argilla, ed affrettava l’ora in cui avrebbe vacillato sulla sua base, in attesa dell’altra più fausta, e che speriamo, imminente, in cui rovinerà a terra spezzandosi nei molteplici frammenti, di cui è composto.

Il Massarani fu da un collegio della provincia nativa, inviato a rappresentante in seno al Parlamento nazionale. Timido e modesto quanto inai, non si è dapprima rivelato ad altri, eccetto a quelli che intimamente il conoscevano, fuorchè negli uffici, ove in più di una occasione, gli è stato concesso di fare apprezzare la propria perspicacia e le vaste cognizioni da esso possedute.

D’allora in poi, egli è stato nominato sovente membro delle commissioni incaricate dell’esame dei più importanti progetti di legge, e più tardi gli è avvenuto di prendere la parola, in modo da attirarsi l’attenzione di tutta la Camera.

Quando il professore Michele Amari ha preso il potatogli dell’istruzione pubblica, ha chiesto al Massarani di essere suo segretario generale, ma questi si è rifiutato con tanta costanza, che è stato forza all’Amari di rinunciare al proprio progetto.

Noi crediamo tuttavia, che il Massarani, sia uno di quegli uomini, i quali in un avvenire più o meno prossimo, potranno trovarsi alla testa delle pubbliche faccende.



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