< Il Tesoretto (Assenzio, 1817)
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V
IV VI

V.


A te dico, che m’odi,

     Che quattro son li modi,
Che Colui, che governa
     Lo secolo in eterna,
Mise operamento
     A lo componimento.
Ma tutte quante cose
     Son palese, et ascose.
L’una, ch’eternalmente
     Fue ’n divina mente
Imagine, e figura
     Di tutta sua fattura;
E fue questa semblanza
     Lo mondo in simiglianza.
Di poi al suo parvente
     Sì creò di niente
Una grossa matera,
     Che non avea manera.
Ma si fue di tal norma
     Nè figura, nè forma;
Ch’inde potea ritrare
     Ciò, che volse formare.
Poi lo suo ’ntendimento
     Mettendo a compimento,
Sì lo produsse in fatto;
     Ma nol fece sì ratto,
Nè non ci fue sì pronto,
     Che in uno solo ponto
Com’Ell’avea podere
     Lo volesse compiére:
Ma sei giorni durao,

     E ’l settimo posao.
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