< Il Trecentonovelle
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Novella CCXVII
CCXVI CCXVIII

Uno Altopascino di Siena fa un brieve a una donna di parto, acciò che ella partorisca sanza pena, e giovali molto, e simile a molte donne a cui ella il prestò, dopo certo tempo il brieve s’apre, truovasi che dice cose strane e di grandi scherne, di che tutta Siena con grande risa ne rimase scornata.

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Altramente fu viziosa questa novella che seguita e di grande scorno. Fu in Siena, al tempo che reggeva l’officio de’ Nove, una gentil giovane di pochi anni andata a marito, e quelli figliuoli che facea, facea con grandissima pena e fatica; e al presente era gravida di sette mesi; e come paurosa, ognora cercava di leggende di santa Margherita, e di medicine e di brievi, e d’ogni altra cosa che credesse che li giovasse alla sua passione.
Avvenne per caso che uno Altopascino, come sempre ne sono per le terre, volendo trarre da questa giovene alcuna quantità di danari, disse un dí a una feminetta che usava nella casa che elli avea udito dire a due frati Ermini che elli sapeano fare un brieve che, tenendolo la donna addosso, non serebbe sí duro parto, che sanza pena non partorisse. La feminetta udendo questo, avvisò di portare novelle da roba; e andata alla casa della giovene, disse ciò ch’ella avea udito: di che alla donna venne talento d’avere questo brieve. E mandata la feminetta a trovare il modo, e patteggiare come il brieve s’avesse, l’amico disse che gli convenía trovare due frati, che erano da Finibus_terre, e che bisognavano, tra per loro e per le cose, fiorini cinque.
- Per denari, - disse la feminuccia, - non mancherà - , e tornata alla giovene, gli parve mill’anni, che subito le dié fiorini cinque per avere il detto brieve, e con li detti denari tornò all’amico; il quale tantosto fece vista d’andare fuori di Siena, e disse:
- Io vo a trovare gli amici, e credo recare il brieve anzi che sia molti dí.
E andò a stare in questo mezzo a una Badía di Buonconvento, e là fece una cedola scritta, e piegatala, la legò tra piú zendadi e cucilla in diverse maniere, e ritornato da ivi a piú dí a Siena, mandò per la feminetta, e mostrandosi molto affaticato le disse:
- Sallo Dio che pena m’è stata ad avere questo brieve ma lodato Dio, io l’ho pur recato; ché ne voleano piú ben due fiorini; andate e dite alla donna che ’l porti addosso, e mai non l’apra, ché subito perderebbe la sua virtú; e se mai lo prestasse a persona, dicali similmente che guardino che non lo aprissono.
E cosí, con questo rapporto, portò il brieve alla giovene; la quale con tanta fede il ricevette quanto avesse ricevuto il verace corpo di Cristo e venne in sul parto, e sanza nessuno dolore partorí. E ancora tanto si sparse la fama di quello brieve che beata quella donna gravida in Siena lo potesse accattare; e per tutta Siena piú anni e anni ebbe grandissimo corso; beata quella donna che ’l detto brieve potea avere. E come che si andasse la mazza, né la donna che l’avea comprato, né dell’altre che l’accattassono, ne perivano; e cosí durò molti anni.
Io mi credo che, quando la persona porta molta fede che uno brieve o altra cosa gli abbia a giovare, che quella cosa non gli possa fare altro che utile; e cosí poté avvenire anco di questa.
Ma per ispazio di piú anni, venendo volontà alla donna di sapere che parole erano quelle che avessono cotanta virtú, se n’andò un dí con una compagna che sapea leggere in una camera dinanzi alla tavola di nostra Donna; e con grandissima reverenza cominciorono a scucire il detto brieve; e trovata la scritta in carta sottilissima di cavretto, lessono il detto brieve, il cui tenore dicea cosí:
«Gallina, gallinaccia, Un orciuolo di vino e una cofaccia, Per la mia gola caccia, S’ella il può fare, sí ’l faccia, E se non sí, si giaccia» .
Udito che ebbon le donne queste sante parole, quasi con risa uscirono di loro stesse, e l’una si volgea all’altra, dicendo:
- Per certo questo è un bel brieve; e fu pur buona spesa quella di cinque fiorini!
E in fine, d’una donna in un’altra, tutta la terra se ne riempié, per tanto che gran tempo vi durò che quando una donna gravida passava per la via, o fanciulli o altri diceano:
- Gallina, gallinaccia -; e quasi le donne se ne vergognavono.
E venendo ciò agli orecchi del marito di quella che l’avea comperato fiorini cinque, volle sapere chi era stato il mercatante, e trovò che forse d’uno anno innanzi s’era morto; ché forse si fece per lui, però che era materia da poterli dare la mala ventura: e cosí terminò questo brieve.
Buona cosa è avere la fede, ma spesso è il peggio averne troppa; però che si dee pensare chi è colui che ti dice o che ti dà la cosa, e quanto è credibile o verisimile quello che t’è detto. Molto ci corrono le donne, e spezialmente cotali feminelle, che paiono sorocchie di santa Verdiana; ed elle se ne rimangono poi con le beffe e col danno, come rimase questa.

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