< Il Trecentonovelle
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Novella CLXXXII
CLXXXI CLXXXIII

Messer Ridolfo da Camerino, essendo invitato di combattere a corpo a corpo, con una piacevole risposta il fa conoscente.

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Ancora non voglio lasciare una risposta di messer Ridolfo da Camerino. E’ sono molti già stati che avendo invidia, odio o nimistà, o guerra, con uno signore d’assai, hanno pensato e sottigliezze e astuzie come con piccol costo potessono vituperare quel tal signore. Fu adunque uno signorello nella Marca o di Matelica, o di Macerata, potrei errare, il quale non possendo resistere agli assalti di messer Ridolfo, gli venne un pensiero di mandarlo a richiedere di combattere a corpo a corpo, immaginando: messer Ridolfo non vorrà combattere e rimarrà vituperato. E preso un suo ambasciadore, gli commise l’ambasciata. E avuto il salvocondotto, andò alla presenza di messer Ridolfo; il qual giunto a lui, disse:
- Il tal signore per ogni modo che può, vi sfida, e vuole combattere con voi; eleggete il campo e ’l dí, ed elli è presto.
Messer Ridolfo guarda costui, e sghignando chiamò un suo famiglio, e disse:
- Va’, reca da bere a costui delle buone novelle, ché par che ’l tal signore, nostro nimico, di signore sia fatto medico.
E piú oltre non disse, tanto che l’ambasciadore ebbe bevuto: beúto che ebbe, disse messer Ridolfo:
- Tu sie il ben venuto; le tue parole aio intese; torna al tuo signore e di’: «E’ dice Redulfo che tu lo sfidi, che non credea che tu fossi fatto medico; poiché vede che ci sei medico, ogni volta che gli verrà febbre o altro difetto nella persona, egli ti manderà l’orina».
L’ambasciadore quasi intronò di questa risposta, e disse:
- Signore, volete che io dica altro?
E messer Ridolfo disse:
- Io ho detto assai, se lo saprà intendere.
Partesi l’ambasciadore e tornò al suo signore con questa risposta. Come quello signore l’udí, se prima gli portava odio, gliene portò poi molto piú; e ancora dicea in se medesimo: «E’ mi sta molto bene; io mando sfidando, e s’egli avesse voluto combattere, io non so se io mi vi fosse condotto; e’ m’ha dato la risposta che io meritava». E da questa ora innanzi sempre cercò d’esser suo amico.
Assai ne sono stati che sanza fare alcuna comparazione, richiederanno di combattere con uno a corpo a corpo, e Dio il sa come verrebbono agli effetti. Ma questa battaglia è lecito ad ogni savio uomo di schifarla.

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