< Il Trecentonovelle
Questo testo è completo.
Novella CXXXI
CXXX CXXXII

Essendo andato una volta Salvestro Brunelleschi al bagno per contentar la donna, per generare figliuoli, la donna l’altro anno vi vuole ritornare; Salvestro gli dice che non è piú buono a ciò, e ch’ella provi con altrui, e la donna vi va sanza lui.

*

Salvestro Brunelleschi, del quale adrieto è fatta menzione, avendo una sua donna piacevolissima friolana, e non avendo alcuno figliuolo, e la donna avendone molto maggior voglia d’aver di lui, disse uno dí:
- Salvestro, e’ m’è detto se noi andiamo al bagno a Petriuolo, che io ingrosserò e avremo figliuoli.
Salvestro dicea:
- Donna mia, ella vuol essere altr’acqua che quella del bagno.
La donna si fermò a volere che Salvestro con lei andassono al bagno, e Salvestro convenne che consentisse; e prese le purgagioni, e saputo il modo che avevano a tenere, il quale era o d’uccidere Salvestro, o aver figliuoli, si mossono una mattina, e giugnendo alla fonte di San Piero Gattolino, trovarono uno piovano de’ Macchi che abbeverava uno suo ronzino, ed era molto goditore, il quale domandò Salvestro dove andava. Salvestro disse:
- Andiamo al bagno, benché io potrei dire che io vo al macello.
Dice il piovano:
- Per certo voi non dovete andare senza me, e vedrete com’io vi farò godere.
Salvestro disse:
- Sia nella buon’ora -; e cosí si missono in camino.
E questo piovano volle essere lo spenditore, comprando le migliori vivande che potea, sí che stettono alla paperina. Ed essendo a Petriuolo, e bagnandosi, come a casa tornati erano, e la moglie dicea a Salvestro:
- Tu sai bene quello che ’l medico disse -; e accostandosi al leccone, convenía che Salvestro consumasse il matrimonio.
E tanto seguí questa faccenda che, non che consumasse il matrimonio, egli ebbe quasi tutto che consumato sé; tanto che tornati a Firenze gli venne una gran malattia, tal che ne venne presso a morte. E con tutto il male dicea alla donna:
- Noi abbiàn pur ben procacciato; per procacciare uno fanciullo ha’ voluto perdere il marito.
E pur guerito, e la donna non ingrossata, stettono circa un anno; ed essendo detto alla donna da altre donne che ’l bagno si volea continuare, a voler fare figliuoli, e giugnendo a Salvestro questa sua donna un dí, gli dice ch’ella vorrebbe ritornare al bagno, però che gli è detto che per una volta non giova alcuna cosa, se non si continua d’andarvi spesso. Salvestro, udendo la moglie, e veggendo come della prima volta n’era arrivato, dice:
- Donna mia, tu sai che noi v’andammo anno, e misi tutta la forza mia e l’ingegno perché tu adempissi il tuo appetito di far figliuoli; e sai che per quello io ne venni in fine di morte; io non ci serei piú buono a questo; se tu ti vuogli andare tu stessa, va’, e prova con altrui, che quanto io non ci son buono.
La donna cominciò a ridere; e Salvestro disse:
- Tu ridi? Io ti dico va’ nella buon’ora, e togli quelli danari che tu vuogli; e pruova la tua ventura con chi ti piace, ché quanto io ho provata la mia fino alla morte, e veggio che io non ci son buono a nulla.
La donna non poté mai menarvi Salvestro, e andovvisi ella, e menò alcuno suo parente; e come ch’ella si facesse, ella ha ancora a ingrossare; e da ivi a poco tempo si morì, e Salvestro si rimase, e non andò al bagno per non conducersi a morte per acquistar figliuoli.
E fu molto savio; però che, delle sei volte, le cinque l’uomo ha volontà d’aver figliuoli, li quali son poi suoi nimici desiderando la morte del padre per esser liberi.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.