< Il Trecentonovelle
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Novella LXXX
LXXIX LXXXI

Boninsegna Angiolini, essendo in aringhiera bonissimo dicitore, su quella ammutola come uomo balordo, e tirato pe’ panni, mostra agli uditori nuova ragione di quello.

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Anticamente nella città di Firenze si ragunava il consiglio in San Piero Scheraggio, e ivi si ponea o era di continuo la ringhiera; di che, essendo nel detto luogo ragunato una volta il consiglio ed essendo fatta la proposta, com’è d’usanza, Boninsegna Angiolini, savio e notabile cittadino, si levò, e andò su la ringhiera, e cominciando il suo dire bene e pulitamente, com’era uso, come fu a un passo dove conchiudere dovea quello ch’egli avea detto, e quel subito, com’uomo aombrato, non dice piú; ma sta su la ringhiera buona pezza, e alcuna cosa non dicea. Maravigliandosi gli uditori, e spezialmente gli signori Priori che erano di rincontro a lui, mandorono un loro comandatore a Boninsegna a dirli che seguisse il suo dire; e ’l comandatore subito va appiè della ringhiera, e tirando Boninsegna pel gherone, dice per parte de’ Signori, che segua il suo dire. E Boninsegna, un poco destatosi, dice:
- Signori miei, e savi consiglieri, io venni in questo luogo per dire il mio parere su le vostre proposte, e cosí avea fatto insino che io giunsi al passo dov’io ammutolai. E dicovi, Signori, che non che io mi ricordi di cosa che io dovessi dire, ma io sono quasi uscito di me medesimo, veggendo i goccioloni che in quello muro che m’è dirimpetto sono dipinti; ché per certo e’ sono i maggiori goccioloni che io vedessi mai. E ancora c’è peggio, che morto sia a ghiado il dipintore che gli dipinse, che dovett’esser forse Calandrino che fece loro le calze vergate e scaccate; sappiate, Signori, chi mai portò calze cosí fatte? di che io vi dico, Signori, che mi si sono sí traversati nel capo, che se non escono, né ora né mai non potrò dire cosa che io voglia.
E scese della ringhiera.
A’ Signori e a quelli del consiglio parve questa nuova cosa, e ciascuno ridendo guatava quelli goccioloni. Chi dice:
- O bene! non è egli una nuova cosa a vederli?
L’altro dicea:
- Io non vi posi mai piú mente; chi sono elli?
L’altro dicea:
- E’ si potrebbe dire di quelle, che disse una volta uno Sanese sul campo di Siena. Passando uno, che era vestito mezzo bianco e mezzo nero, tutto da capo infino a piede, eziandio coreggia e scarpette; e l’uno disse: «Chi è quello?», e ’l Sanese rispose: «E’ tel dice»; io non so chi costoro siano, ma e’ tel dicono.
L’altro dicea:
- E’ sono profeti.
E l’altro dicea:
- E’ sono patriarchi
Come che si sia, e’ sono lunghissimi, come ancora oggi si vede, dallo spazzo insino al tetto; e considerandogli ciascuno, come gli considerò Boninsegna, forse che quello che intervenne a lui interverrebbe a molt’altri, e spezialmente veggendogli con le calze vergate e scaccate.
E però veramente al dicitore, che ha a dire bene alcuna cosa, non gli conviene avere l’animo né il pensiero se non solo a quello che dé’ dire, però che ogni piccola cosa, che viene alla mente fuori della sua diceria, lo impedisce per forma che spesse volte rimane in su le secche, ed è incontrato già a perfetti dicitori.

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