< Il mio delitto
Questo testo è stato riletto e controllato.
Il mio delitto All’avvocato Enrico Anselmi

CORDELIA.


Il nome vero di questa scrittrice, tanto cara specialmente alla gioventù, Virginia Treves Tedeschi, vedova di Giuseppe Treves. fratello di Emilio, il grande editore che edificò la rinomanza e la prosperità della sua casa.

Nacque a Verona nel 1849, e morì a Milano nel 1916. Era sorella di Achille Tedeschi, scrittore anch’egli e de’ più apprezzati fra quanti, negli ultimi anni del secolo scorso e nei primi di questo, indirizzarono la letteratura alle esigenze dell’educazione dei fanciulli.

Il De Gubernatis le attribuì giustamente - come scrittrice - il pregio di essere morale senza bigottismo e senza pedanteria. Ella s’inchina, è vero, a tutte le autorità spirituali costituite, ma quando l’ingiustizia le appare crudele, non esita a levar la sua voce, mite e dolce voce di rassegnazione, ma capace di aprirsi la via ai cuori e di destarvi i migliori sentimenti.

Si comprende benissimo ch’ella non vuol uscire dalle vie battute e schiudere - come si dice - nuovi orizzonti alla morale infantile e femminile (sebbene in uno de’ suoi ultimi libri abbia giustificato e difeso le moderna tendenza della donna a cercar lavoro anche fuori di casa, per aiutare il marito a sostenere il peso della famiglia), perché il suo cuore ha bisogno di credere che va tutto per il meglio, o almeno che il male e l’errore son riparabili, se no, cesserebbe di battere.

Per questo il suo ottimismo non ha nulla di convenzionale, ma è un bisogno della sua stessa natura. Chi la conobbe giovane afferma che il suo leggiadro visino di orientale rifletteva questo suo ottimismo e che tutta la sua gentile persona apparisse circonfusa della medesima luce mite, blanda, carezzevole che emana da tutti i suoi scritti.

I quali furono molti e molto letti, e lo saranno ancora chi sa per quanto tempo. Crediamo che non vi sia un solo suo libro rimasto alla prima edizione. Piccoli eroi viene - per ampiezza di diffusione - subito dopo i due capolavori delle letteratura giovanile italiana: Cuore e Pinocchio. Ai fanciulli italiani essa donò inoltre Mondo piccino, Mentre nevica, Racconti di Natale, I nipoti di Barbabianca, Il castello di Barbanero, Nel regno delle fate, L’ultima fata, ed altro. Alle donne italiane e a tatti i lettori di buon senso, buon cuore e buon gusto, parecchi romanzi e volumi di novelle, e qualche libro d’idee, fra i quali sono da ricordare: Il regno della donna, Dopo le nozze, Vita intima, Casa altrui, I nostri figli, Nel regno delle chimere, Catene, Per la gloria, Il mio delitto, Per vendetta, L’incomprensibile, ecc.

E. F.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.