< Il piccolo principe
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Antoine de Saint-Exupéry - Il piccolo principe (1943)
Traduzione dal francese di Franco Perini (2016)
XIV
XIII XV

Il quinto pianeta era molto curioso. Era il più piccolo dei cinque. C'era giusto lo spazio per ospitare un lampione e il lampionaio. Il piccolo principe non riusciva a spiegarsi a che potessero servire, in un punto qualsiasi del cielo, su di un pianeta senza case, senza abitanti, un lampione e un lampionaio. Comunque si disse:

«Può darsi che quest'uomo sia irragionevole. Comunque è meno irragionevole del Re, del vanitoso, dell'uomo d'affari e del beone. Almeno il suo lavoro un senso ce l'ha. Quando accende il suo lampione, è un po' come se facesse nascere un'altra stella, o un fiore. Quando smorza il suo lampione, manda a dormire il fiore o la stella. È un lavoro molto bello. È davvero utile perché è bello.»


Quando sbarcò sul pianeta salutò rispettosamente il lampionaio:

— Buongiorno. Perché stai spegnendo il tuo lampione?

— Questi sono gli ordini — rispose il lampionaio. — Buongiorno.

— E in cosa consiste questo ordine?

— Di spegnere il lampione. Buonasera.

E lo accese nuovamente.

— Ma perché lo riaccendi subito?

— Sono gli ordini — rispose il lampionaio.

— Non capisco — disse il piccolo principe.

— Non c'è nulla da capire — disse il lampionaio — gli ordini sono ordini. Buongiorno.

E spense il lampione.

Dopodiché si asciugò la fronte con un fazzoletto a quadretti rossi.

— Faccio un lavoro pesantissimo. Un tempo era accettabile. Si spegneva al mattino e si riaccendeva alla sera. C'era tutto il giorno per riposare e tutta la notte per dormire…

— E, da quel tempo, gli ordini sono cambiati?

— Gli ordini non sono cambiati, — disse il lampionaio — e proprio qui sta il dramma! Anno dopo anno il pianeta ha preso a girare sempre più velocemente e gli ordini non sono cambiati!

— E quindi? — disse il piccolo principe.

— Quindi ora che compie un giro al minuto, non ho più un secondo di riposo. Devo accendere e spegnere una volta al minuto!

— Quant'è buffo! Qui i giorni durano un minuto!

— Non è affatto buffo, — disse il lampionaio — È già passato un mese da quando abbiamo incominciato a conversare.

— Un mese?

— Sì. Trenta minuti. Trenta giorni! Buonasera.

E riaccese il suo lampione.

Il piccolo principe lo osservò, gli piaceva questo lampionaio che era così fedele alla consegna. Gli tornarono in mente i tramonti che lui si era andato a cercare spostando la sedia. Volle aiutare il suo amico.:

— Sai che io… io conosco un modo per farti riposare tutte le volte che lo desideri…

— Lo desidero in continuazione — disse il lampionaio.

Perché si può essere nello stesso tempo, scrupolosi e indolenti.

Il piccolo principe continuò:

— Il tuo pianeta è così piccino che puoi girarlo tutto in tre passi.

— Non hai che da camminare assai lentamente per restare sempre al sole. Quando ti vorrai riposare non hai che da camminare… il giorno durerà tutto il tempo che vorrai.

— Questo non mi servirà granché, — osservò il lampionaio — ciò che desidero di più è dormire.

— Non c'è soluzione — concluse il piccolo principe.

— Non c'è soluzione — ribadì il lampionaio — Buongiorno.

E spense il suo lampione.

«Costui, pensò il piccolo principe mentre proseguiva il suo viaggio, costui verrebbe disprezzato da tutti gli altri, dal Re, dal vanitoso, dal beone, dall'uomo d'affari. Tuttavia è l'unico che non mi sembra ridicolo. Forse perché si prende cura di qualcosa di diverso da sé stesso.»

Sospirò con rammarico e aggiunse:

«Questo qua è l'unico di cui potrei diventare amico. Ma il suo pianeta è assolutamente troppo piccolo. Non c'è posto per due…»

Quello che il piccolo principe non osava dirsi, era che quello che veramente rimpiangeva del pianeta erano sopratutto i millequattrocentoquaranta tramonti nelle ventiquattro ore!

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