< Il racconto del Pellegrino
Questo testo è stato riletto e controllato.
Capitolo VIII Capitolo X


Et fatto questo, montò in un piccolo cavallo, che li compagni gli havevano comperato, et se n’andò solo verso il paese, trovandosi per la strada molto meglio. Et arrivando alla Provincia, lasciò la strada commune et pigliò quella del monte, che era più solitaria, per la quale caminando un poco, truovò dui homini armati, che gli venivano incontro (et è quella strada alquanto infame d’assassini), li quali, dipoi che l’ebbero passato un pezzo, tornorno indietro, seguitandolo con gran fretta, et hebbe un poco di paura. Pure gli parlò, et intese che erano servitori del suo fratello, il quale lo mandava a ritruovare. Perchè, secondo pare, di Baiona di Francia, dove il Pelegrino fu conosciuto, haveva havuto nova della sua venuta, et così loro andorno inanti, et lui andò per la medesima. Et un poco prima che arrivasse alla terra, truovò li predetti, che gli andavano incontro, li quali gli fecero grande instantia per menarlo a casa del fratello, ma non lo potero sforzare. Così se n’andò all’hospitale, et poi a hora commoda andò a cercare elemosina per la terra.

Et in questo hospitale cominciò a parlar con molti, che lo andorno a visitare, delle cose di Dio, per la cui gratia si fece assai frutto. Subito al principio che arrivò si deliberò dì insegnar la dottrina cristiana ogni dì alli putti; ma suo fratello lo repugnò grandemente, affirmando che nessuno venirebbe. Lui rispose che basteria uno. Ma dipoi che lo cominciò a fare venivano molti continuamente a sentirlo, et etiam suo fratello.

Oltre la dottrina cristiana, predicava anche le domeniche et feste, con utile et aiuto delle anime, che di molte milia lo venivano a sentire. Ha fatto anche sforzo di scacciare alcuni abusi; et con l’aiuto di Dio si è posto ordine in alcuno; verbi gratia, nel giuoco fece che fosse vetato con executione, persuadendolo a quello che governava la giustizia. Era anche là un altro abuso, in questo modo: le citelle in quel paese vanno sempre col capo scoperto, et non lo coprono se non quando si maritano. Ma sono molte, che si fanno concubine de preti et d’altri huomini, et guardangli fede, come se fossero loro donne. Et questo è tanto commune, che le concubine non hanno punto di vergogna di dire che si hanno coperto il capo per un tale; et per tali sono conosciute essere.

Per la qual usanza nasce molto male. Il Pelegrino persuase al Governatore che facesse una legge, che tutte quelle che si coprissero il capo per alcuno, non essendo loro donne, fussero gastigate con giustitia; et a questo modo s’incominciò a levar questo abuso. Alli poveri ha fatto dar ordine come se fosse proveduto publico et ordinariamente. Et che si toccase tre volte all’Avemaria, cioè: la matina, il mezzo giorno, et la sera, acciò il populo facesse oratione, come in Roma. Ma quantunque si trovava bene al principio, venne poi ad infermarsi gravemente. Et poi che fu sano, deliberò di partirsi a far le facende che gli erano state imposte dalli compagni, et partirsi senza quatrini; della qual cosa si scorrociò molto il suo fratello, vergognandosi che volesse andare a piedi. Et alla sera il Pelegrino ha voluto condescendere in questo, di andare insino alla fine della Provincia a cavallo col suo fratello et con li suoi parenti.

Ma quando fu uscito dalla Provincia, scese a piede, senza pigliar niente, et se ne andò verso Pamplona; et ivi ad Almazzano, paese del P. Laynez; et dipoi a Sigüenza et Toleto; et di Toleto a Valenza. Et in tutti questi paesi delli compagni non volse pigliare niente, quantunque gli facessero grandi offerte con molta instantia.

In Valenza parlò con Castro che era monacho certosino; et volendosi imbarcar per venire a Genova, li devoti di Valenza lo han pregato non lo facesse, perché dicevano che era Barba Rossa in mare con molte galere, etc. Et quantunque molte cose dicessero, bastanti a fargli paura, nientedimeno nissuna cosa lo fece dubitare.

Et imbarcato in una nave grande, passò la tempesta, della quale si è fatta mentione di sopra, quando si è detto che fu tre volte a punto di morte.

Arrivato a Genova, pigliò la strada verso Bologna, nella quale ha patito molto, maxime una volta che smarì la via, et cominciò a caminare presso un fiume, il quale era basso, et la strada alta, la quale, quanto più caminava per essa, tanto più si faceva stretta; et in tal modo si venne a far stretta, che non poteva più nè andare inanzi nè tornare indietro. Et così cominciò a caminare carpone; et così caminò un gran pezzo con gran paura; perchè, ogni volta che si moveva, credeva di cascare in fiume. Et questa fu la più gran fatica et travaglio corporale che mai havesse, ma alla fine campò. Et volendo entrare in Bologna, havendo a passar un ponticello di legno cade giù del ponte; et così, levandosi carco di fango et di acqua, fece ridere molti, che si trovorno presenti.

Et entrando in Bologna, cominciò a domandar elemosina, et non trovò pure un solo quatrino, quantunque la cercasse tutta.

Stette alcun tempo in Bologna ammalato, dipoi se ne andò a Venetia, al medesimo modo sempre.


Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.