< Ione (Euripide)
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Quarto stasimo
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Questo testo fa parte della raccolta I poeti greci tradotti da Ettore Romagnoli
coro
Non è possibile, non è possibile
allontanare la morte, o misera;
quando già chiara, chiara è l’insidia
della bevanda mista dei grappoli
di Bacco, e delle stille del rapido
serpe, ad ufficio di morte. Vittime
apparecchiate già vedo agl'Inferi.
O della vita mia sorte misera
della Signora morte lapídea!
Oh quali tramiti di fuga aligera
potrò tentare, quali nei bàratri
bui della terra, per fuggir l’orrida
lapídea morte, su quale ascendere
potrò sveltissimo di cocchio zoccolo,
di nave poppa? Non è possibile
ch’io sfugga, quando non vuol benevolo
l’Iddio rispondermi.
Quale altra, o misera Signora, ambascia
resta al tuo spirito? Perché far male
volemmo agli altri, patire doglie
noi pur dovremo, com’è giustizia?
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