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Gabriele D'Annunzio - Isaotta Guttadàuro (1886)
Sonetto d'aprile
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IV.
SONETTO D’APRILE
. . . . a ’l cuor giunge il freddo del serpente. |
Melusina.
Disegno di Giuseppe Cellini.
Aprile, il giovinetto uccellatore,
a cui nitido il fiore
de le chiome pe’ belli òmeri cade,
ne ’l cavo de la man, come un pastore,
in su le prime aurore
ha bevute le gelide rugiade.
Aprile, il giovinetto trovadore,
su le canne sonore
dice l’augurio a le nascenti biade:
i solchi irrigui fuman ne ’l tepore,
un non so che tremore
le verdi cime de la messe invade.
Ecco la Bella! Ecco Isotta la blonda!
China, de la sua porta a ’l limitare,
ella stringe il calzare
a ’l piè che sanno i boschi. E il dì la inonda.
Toccan la terra, a l’atto de ’l piegare,
i suoi capelli, in copia d’or profonda.
Oh, la faccia gioconda
che a pena da quel dolce oro traspare!
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