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Questo testo fa parte della raccolta Sonetti d'alcuni arcadi più celebri/Eustachio Manfredi


XV1


L’Eterna voce, al cui suono risponde
     Il mar la terra il cielo, e che sovente
     Rimbomba ancor tra la perduta gente
     Nelle valli d’Inferno ime e profonde,
5Certò è quella, o Mancin, che in queste sponde
     Alto suonar sul labbro tuo si sente,
     Nostra rara ventura, e chiaramente
     A noi rivela ciò che ad altri asconde.
Venite, o genti, ad ascoltar sul Reno
     10Come or lusinghi, ed or tuoni d’un Dio
     La voce, e or stringa e or lenti all’alme il freno,
Ma se alcun d’ascoltarla oggi è restìo,

     Più non udralla, o l’udrà tardi almeno,
     Nella gran valle dell’eterno Addio.

  1. Per il P. Mancini, quando predicò in Bologna.


Note

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