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Questo testo fa parte della raccolta The Oxford book of Italian verse


S
EMPRE caro mi fu quest’ermo colle,

E questa siepe, che da tanta parte
               Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
               Ma sedendo e mirando, interminati
               5Spazi di là da quella, e sovrumani
               Silenzi, e profondissima quiete
               Io nel pensier mi fingo; ove per poco
               Il cor non si spaura. E come il vento
               Odo stormir tra queste piante, io quello
               10Infinito silenzio a questa voce
               Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
               E le morte stagioni, e la presente
               E viva, e il suon di lei. Così tra questa
               Immensità s’annega il pensier mio:
               15E il naufragar m’è dolce in questo mare.

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