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Gabriele D'Annunzio - L'Isottèo (1886)
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Io t'inghirlando, o fonte ove quel giorno
parvemi bere in coppa iacintea
il sangue d'una dea,
che a 'l cuore mi fluì letificando! -
5Scendemmo il piano margine; e commise
in sì dolce atto Isotta
il fior della sua bocca ad una vena
e sì fresco e vermiglio e vivo rise
quel fiore in tra la rotta
10onda e s'aperse, ch'io ritenni a pena
un grido in su la piena
bocca più baci e più, cupido, impressi.
Ella rideva... Oh lotta
di baci che cadean sonanti e spessi
15e mescevansi a l'acque! Oh ne la grotta
ampia e ninfale mormorii sommessi
d'acque e le risa de la mia serèna!
Bevemmo e ci baciammo, ivi indugiando.
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