Questo testo è incompleto.
La bbazza Er pupazzaro e 'r giudisce
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1832

L'ABBICHINO DE LE DONNE

     La donna, inzino ar venti, si è ccontenta
Mamma, l’anni che ttiè ssempre li canta:
Ne cressce uno oggni scinque inzino ar trenta,
Eppoi se ferma llì ssino a cquaranta.

     Dar quarantuno impoi stenta e nnun stenta,
E ne disce antri dua sino ar cinquanta;
Ma allora che aruvina pe’ la sscenta,1
Te la senti sartà ssubbito a ottanta.

     Perchè, ar cressce li fijji de li fijji,
Nun potemmo èsse ppiù ddonna d’amore,
Vò ffigurà da donna de conzijji.

     E allora er cardinale o er monzignome,
Che jj’allissciava er pelo a li cunijji,
Comincia a rrescità da confessore.


Roma, 26 dicembre 1832

  1. Per la discesa.

Note

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.