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L'anima L'addio (Belli)
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

L'APPUNTAMENTO

     Sii detto tra pparentis:1 accidenti!
T’abbasta mai de famme2 stà cqui ffora?
S’ha d’aspettà de ppiù, ppe’ ddina nora?
Bell’ora de vienì a l’appuntamenti!

     Sì! vvent’ora, e la picca:3 propio venti!
Come intocca mommó4 ssò vventun’ora.
Venti e ttrecquarti sò ssonati allora
Che Ssucchiella t’ha ttrovo5 a li Serpenti.6

     Bravo! dàmosce7 un po’ una scallatina.8
Va’ vva’!9 eh ssicuro che vva addietro un mese!
Nu lo senti per dio che nnun cammina?

     Tu sguercete10 in der mio. Cueste sò spese!
E aribbatte11 co’ cquello, oggni matina,
Che rregola l’imbrojji der paese.12


Roma, 11 maggio 1833

  1. Parentesi.
  2. Farmi.
  3. Espressione d’impazienza di chi non vuole stare al detto altrui.
  4. Or ora.
  5. Trovato.
  6. Contrada del Rione de’ Monti.
  7. Diamoci.
  8. Così suol dirsi, allorchè veggasi altri por mano a un oriuoio di vecchia forma. Veggasi su ciò il Sonetto...
  9. Ve’ ve’.
  10. Accècati. ecc.: semplicemente: “osserva.„
  11. Ribatte: si confronta.
  12. L’orologio di Monte Citorio, che dà norma alle udienze del Foro, e all’orario de’ pubblici dicasteri.

Note

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