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Er poscritto (1833) La notte dell'Asscenzione
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1833

L'ARISPOSTA TAL'E CQUALE

     M’arispose accusì: “Ssentite, sora
Nanna (pe ddì ccome me disse lei),
Disce, io nun zò nné rricca e nné ssiggnora,
Disce, d’avecce attorno sciscisbei;

     Ma cquanno semo, disce, a una scert’ora,
Disce, a ccontacce1 li partiti, ehéi,
Disce, io ve pòzzo dì2 che ssi3 Lleonora
Sce n’ha avut’uno, io sce n’ho avuti sei.

     E ssi4 nnun me sò ancora maritata,
Cuesto, disce, vor dì cche mm’arincressce
De staccamme5 accusì dda Mamm’e Ttata.

     Ma llei dar fatto der decan6 de Flessce,7
Disce, ariposa, e nnun z’è ppiù svejjata;
E cchi ddorme, se sa,8 nnun pijja pessce.„9


Roma, 13 maggio1833

  1. Contarci.
  2. Posso dire.
  3. Se.
  4. Se.
  5. Staccarmi.
  6. Servitore.
  7. Fesch (il Cardinale).
  8. Si sa.
  9. Proverbio.

Note

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