< L'arte dei bambini
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XIII XV

XIV.

È fuor di dubbio che anche i bimbi più teneri provano talvolta certe ripugnanze, che li fanno piangere davanti una persona; ma la prova più esplicita che l'effetto è momentaneo e causato più da un senso indefinito e irragionevole di paura che d'antipatia, consiste in ciò: che lo stesso bimbo un'ora più tardi sorride con dolcezza e bacia con effusione quello stesso individuo alla cui presenza s'era prima irritato.

Le paure e le espansioni, i dispetti e le allegrie che provano di fronte a qualche benevolo, debbonsi attribuire a vari e rapidi atteggiamenti dell'immaginazione, perchè il bambino che ride vedendo sorridere, che piange udendo piangere, serve, senza alcuna divinazione o considerazione, all'istinto naturale e all'automatismo ereditario, che deve poi più tardi trasformarsi in emozione cosciente.1

Si noti che queste sorprese dell'immaginazione non di rado persistono ad accompagnare il fanciullo a bastanza innanzi nella vita. Anzi non è difficile che qualche volta rivivano per un istante nell'anima dei giovani più appassionati e fantasiosi, quando già la coscienza fisionomica dei sentimenti altrui è sviluppatissima.

Noi nelle persone, e, più specialmente, nelle faccie vediamo un mondo di cose, il cui complesso determina il nostro affetto, la nostra indifferenza e la nostra ripugnanza verso di loro. I più acuti osservatori poi nell'espressione del volto leggono qualche volta tutta l'indole e tutta la storia d'un individuo. Leggono se la vita gli è stata lungamente dolorosa o se gli ha sorriso invece la felicità.

Le continue contrazioni, prodotte dai vari sentimenti, lasciano a lungo andare varie traccie palesi anche nello stato della più assoluta tranquillità.

Se appena si prova piacere «irresistibilmente, come dice il Mantegazza, i muscoli elevatori del labbro superiore si contraggono e abbozzano il sorriso», nel volto di chi si trova nell'invidiabile caso di ripetere frequentemente quella mimica alla fine rimarrà la traccia del sorriso. Se all'incontro un povero disgraziato, per troppo spesse ragioni di pianto, contrae i muscoli sopraccigliari e gli abbassatori del labbro inferiore, alla fine nella sua faccia resteranno i segni del dolore.2

Tutto ciò è certamente difficilissimo a fermare in arte, e, salvo poche eccezioni, si arrivò sino a Leonardo da Vinci, prima che i pittori sapessero chiamare in una faccia perfettamente tranquilla la disposizione più abituale dell'animo. Dopo di lui furono eccellenti il Correggio e Raffaello. La lietezza serena della Madonna detta della scodella e la profonda mestizia della Madonna del Granduca, resteranno sempre due capolavori di rivelazione psichica!

Ma tutto ciò che è difficile in arte, non sfugge sempre all'intelligenza o all'attenzione dei più. Si torna sempre alla parabola dell'ovo di Colombo. Quante cose al mondo si vedono e non si capiscono! Quante altre si capiscono e non si sanno esprimere!

Adunque l'uomo bene spesso scorge nei volti la diversa indole delle persone e su quella plasma i propri sentimenti. È fors'egli inclinato alla tristezza? Allora preferisce, salve poche eccezioni, le fisonomie malinconiche e addolorate. È invece inclinato al piacere, all'allegria? Allora preferisce le fisonomie apertamente liete.

Ebbene, si può egli credere che tutto questo non abbia un'importanza essenziale nella relatività del bello e nelle preferenze artistiche? E se la relatività del bello dipende in tanta parte dalle considerazioni morali, non è naturale che sia minore nei bambini? E, per finire questo capo, quanto meno il bello è relativo, non è egli il senso di lui tanto più semplice e schietto?

Intendiamoci bene: concludendo esser il sentimento del bello più schietto nei bambini, non intendo d'affermare che è in loro anche maggiore, mentre ognuno s'accorge che talvolta è piccolissimo. A nessuno può sfuggire la differenza tanto è evidente; e tutti capiscono che, tenuto riguardo all'età, un bimbo a sei anni può esser più forte che un uomo a trenta, e che, come ho già detto, un fiume può esser più puro quando è pìccolo alle sorgenti, che quando violento prorompe in mare.

  1. [p. 94 modifica]«L’Education dès le berceau. Essai de pédagogie experimentale par Bernard Perez. Paris, libr. Germen Bailliere et C. 1880 — III, 77. (12) «Fisonomia e mimica di Paolo Mantegazza. Milano, Dumolard, 1881. — Cap. IX, 115. (13) «L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso di Carlo Darwin. Torino, Unione tip. 1871 — Cap. II, 51. (14) Perez, Op. cit. 122. (15) «Sessanta Novelle Popolari Montalesi (circondario di Pistoia) raccolte da Gerardo Nerucci. Firenze, Le Monnier 1880.

    Le incisioni di questo opuscolo furono dall’egregio giovine Giulio Garagnani eseguite scrupolosamente sugli autografi dei bambini da me posseduti.

  2. [p. 94 modifica]«Fisonomia e mimica di Paolo Mantegazza. Milano, Dumolard, 1881. — Cap. IX, 115. (13) «L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso di Carlo Darwin. Torino, Unione tip. 1871 — Cap. II, 51. (14) Perez, Op. cit. 122. (15) «Sessanta Novelle Popolari Montalesi (circondario di Pistoia) raccolte da Gerardo Nerucci. Firenze, Le Monnier 1880.

    Le incisioni di questo opuscolo furono dall’egregio giovine Giulio Garagnani eseguite scrupolosamente sugli autografi dei bambini da me posseduti.

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