Questo testo è stato riletto e controllato. |
◄ | XVIII | XX | ► |
XIX.
Fra di essi ho cercato l'artista fidando nelle rivelazioni della precocità, ma la sfinge ignota dell'avvenire non ha risposto.
I biografi degli uomini celebri rassomigliano a certi procuratori del Re, i quali pare che non si dieno pace se non riescono a provare che un accusato, da bambino rubò ad un altro una mela o un tozzo di pane. Quei biografi vogliono a forza che un uomo divenuto famoso, abbia dato ne' suoi primi anni qualche mirabile esempio di precocità, e qualora questo mirabile esempio manchi, se lo inventano.
Giotto, piccolo ancora e pastore, è sorpreso da Cimabue nell'atto che disegna una pecora sopra una lastra con un sasso.
Masaccio di pochi anni fa figure maravigliose (che nessuno ha mai viste) a S. Giovanni di Valdarno.
Taddeo Zuccaro a dieci anni desta nel cuore del padre la fiducia d'aver creato un grande artista.
Filippo Lippi, il Perugino, il Montorsoli e altri fanno miracoli d'arte a pochi anni.
Tutte queste storie sono false o sono pure e proprie eventualità. Perchè, se anche è certo che dieci artisti, i quali furono grandi, sin da bambini promettevano molto, è certo del pari che mille altri, i quali non furono meno grandi, da piccoli non promettevano niente. E s'aggiunga inoltre esser impossibile noverare le schiere infinite dei piccoli geni che crescendo si convertirono e si convertono tuttora nella più bella specie d'imbecilli e di vanitosi.
Lo studio è già troppo lungo e non è questo il luogo per cercare lo sviluppo intellettuale dei bambini e per dimostrare come dalla facoltà imitativa assai tardi sgorghi la forza produttiva della mente.